Anche io ho speso dieci dei miei anni, in parlamento, in questo sforzo immane e vano, contro la stupidità degli interessi particolari.
Nel 2024 sono stati trasformati 83,7 km² di territorio in aree artificiali, pari a 2,7 m² al secondo, portando l’Italia al 7,17% di copertura edilizia e infrastrutturale, ben oltre la media europea. Un trend che prosegue nonostante in molte aree – soprattutto al Sud – la popolazione sia stabile o in diminuzione, a conferma che le nuove edificazioni rispondono più a logiche speculative che a esigenze delle comunità.
Le ricadute climatiche sono evidenti: nelle città si registrano isole di calore con differenze di oltre 10°C rispetto alle aree rurali, aggravando disuguaglianze sociali, vulnerabilità energetiche e costi sanitari.
Consumo suolo
“La situazione è insostenibile, e i dati lo dicono chiaramente: l’Italia continua a consumare suolo invece di mettere mano al suo enorme patrimonio edilizio esistente”, dichiara Sabatino Nocerino, coordinamento Produzione e servizi di Legacoop Campania. “Non possiamo più tollerare che il tema della rigenerazione venga usato come paravento per nuove deroghe, condoni e operazioni immobiliari che deviano risorse pubbliche e private verso l’espansione urbana. Il Paese ha bisogno di una svolta politica: di una legge nazionale che fermi il consumo di suolo e di una strategia strutturale per la riqualificazione, la sicurezza e la manutenzione del costruito”.
Le piccole imprese cooperative richiamano con forza il ruolo del settore come attore strategico della transizione ecologica e sociale: un comparto che crea lavoro stabile, presidia i territori, valorizza i centri storici e favorisce forme di economia circolare nel ciclo edilizio.
“Come cooperazione, da anni chiediamo politiche chiare, senza scorciatoie e senza favoritismi verso chi punta sull’ennesima espansione edilizia”, prosegue Sabatino Nocerino. “Rigenerare significa mettere al centro le comunità, non gli indici di cubatura. Significa recuperare quartieri degradati, rendere efficienti gli edifici, aumentare la resilienza climatica e ridare dignità agli spazi pubblici. Ed è proprio su questo che le nostre imprese sono pronte a investire”.
Il settore chiede al Governo e al Parlamento
una legge nazionale sul consumo di suolo che superi le inefficienze delle norme regionali
una riforma della pianificazione urbanistica che elimini le deroghe e valorizzi il recupero dell’esistente
incentivi stabili e pluriennali per riqualificazione energetica, messa in sicurezza e rigenerazione urbana
una campagna pubblica di educazione e consapevolezza sul valore del suolo e sulla centralità della manutenzione del patrimonio edilizio nazionale
“La cooperazione delle costruzioni è pronta a fare la sua parte. Ma serve un’assunzione di responsabilità politica: il suolo è una risorsa finita, e continuare a consumarlo significa sottrarre futuro alle prossime generazioni. La vera innovazione oggi non è costruire nuove periferie, ma dare nuova vita a ciò che già esiste”.










