Come si può infliggere a una madre e ai suoi figli una sofferenza così disumana?
Come è possibile che si arrivi a un simile livello di crudeltà istituzionale?
Nel nostro Paese, a una madre viene negato di vedere il proprio bambino di nove anni, ridotto in fin di vita da un tumore al cervello.
Seguo questa vicenda da tempo, ho tenuto una conferenza stampa e ho già depositato un’interrogazione parlamentare sul caso di questa donna che, dopo aver denunciato l’ex compagno, si è ritrovata, come purtroppo accade ancora troppo spesso, accusata a sua volta di “alienazione parentale” e di essere “ostativa”.
Traumi profondissimi
La risposta del sistema è stata quella di strapparle i bambini due volte con la forza, provocando traumi profondissimi. E ora emerge che a uno dei piccoli è stato diagnosticato un tumore al cervello e che, nemmeno ora, in un momento così drammatico, alla madre viene consentito di stargli vicino.
Questa è violenza.
E non ha assolutamente nulla a che fare con l’interesse dei minori, come è chiaro a chiunque abbia un minimo di cuore.
Ciò che sta accadendo non è umanamente concepibile e non è ammissibile in uno Stato di diritto. Una madre e dei bambini non possono essere abbandonati proprio quando avrebbero più bisogno di ascolto e umanità. Lo Stato non sia complice di questa violenza.











