BRACCIANO – IN DIRITTURA D’ARRIVO IL CORSO DI PRIMO SOCCORSO PROMOSSO DALLA MISERICORDIA

Sta per concludersi il corso di formazione sulle tecniche di primo soccorso promosso dalla Misericordia con il patrocinio del Comune, nello specifico dal gruppo comunale di Protezione Civile. Dal 21 febbraio nella sala dell’oratorio di San Sebastiano si riuniscono tre volte la settimana sia gli aderenti di alcune associazioni iscritte all’albo regionale come l’Associazione Volontari Antincendio Bracciano (Avab) e la Protezione Civile, sia dei privati cittadini. Quarantadue persone di sesso e di età diversa  si incontrano con medici condotti e in forza all’ospedale Padre Pio per imparare le tecniche di base del primo soccorso, ovvero le azioni da compiere in caso di bisogno immediato per sopperire all’arco di tempo che intercorre tra l’avvenuto fatto traumatico dall’arrivo dell’ambulanza. “Le modalità di intervento in emergenza sono molteplici a seconda del caso da trattare – ha spiegato Salvatore Ferraccioli, responsabile della Misericordia territoriale – ma al di là della formazione di primo soccorso durante la lezione viene impartito anche tutto ciò che non si deve fare quando la persona è vittima di un incidente, di un trauma, di un infarto o quant’altro”. All’approssimarsi della conclusione del corso Ferraccioli ha espresso soddisfazione per l’entusiasmo dimostrato dai quattro medici Trivellaro, Peretti, Montone, e Ferranti, quest’ultima direttrice sanitaria del progetto, che stanno offrendo in forma volontaria la loro professionalità, e per la nutrita partecipazione degli “allievi”, ai quali verrà consegnato il 20 marzo l’attestato di frequenza che li abiliterà ad intervenire in caso di necessità. La Misericordia, oltre a proporre due volte l’anno il corso di primo soccorso si occupa del trasporto sociosanitario, del banco alimentare, dei presidi ortopedici, del trasferimento dei pazienti dall’ospedale all’abitazione, aiuta le persone portatrici di handicap e allestisce presidi sanitari con la presenza di medici quando i Comuni o le varie istituzioni ne richiedono la presenza. La congregazione no profit è insomma una realtà consolidata ed indispensabile per i servizi resi alla comunità, è una istituzione  che opera in completa autonomia, ma sempre in sintonia con il 118. Al numero 24 di via Giuseppe Palazzi è situata la sede in cui vengono coordinate le Misericordie della provincia di Roma e di Rieti, ma per il futuro il progetto di ampliamento si concretizzerà con “l’assegnazione da parte del Comune di un terreno in via Della Macchia dove, tramite la Protezione civile potremo allestire un prefabbricato di oltre 60 metri quadrati per le attività sociosanitarie – ha fatto sapere Ferraccioli. Attualmente la Misericordia per svolgere i numerosi impegni assunti nel tempo dispone di tre ambulanze, un’auto medica, un’auto emoteca in comodato e un pulmino di servizio per la Fratres, la consociazione donatori di sangue.

LA MISERICORDIA, un po’ di storia…

 Firenze è la città che idealmente ha dato i natali, nella prima metà del XIII secolo, al movimento della Misericordia. Tutto è cominciato quasi in sordina, grazie all’impegno di alcune persone che, nell’anonimato più assoluto, si aggiravano nelle vie della città per accudire gli appestati moribondi o per raccogliere i cadaveri abbandonati e dar loro degna sepoltura. “I Monatti”, come li chiamerà in seguito Alessandro Manzoni nel suo romanzo storico “I Promessi Sposi”, continuarono a svolgere le opere di misericordia dedicandosi interamente alla cura non solo del corpo di malati, derelitti e miseri, ma anche del loro spirito, essendo ispirati dalla fede cristiana e avendo avuto il riconoscimento ufficiale della Chiesa Cattolica nel 1446 per svolgere tale operato. Con il passare dei secoli il movimento si estese dal nord al sud del Paese, prendendo il nome di Misericordia. All’interno dell’associazione si instaurò la prima forma di volontariato organizzato, nacquero i primi gruppi sanitari ed i Vigili del Fuoco, che videro la loro genesi all’interno del movimento. Attualmente le confraternite della Misericordia si avvalgono di oltre 700.000 iscritti, 155.000 confratelli attivi, dislocati in più di 800 sedi sparse in tutta Italia. A Bracciano, dopo la pace del Principe Orsini con la Chiesa, nel 1576 arrivò Don Ascanio Pagnotta, segretario della Misericordia di Roma, per fondare il sito in cui ogni povero del paese da allora trovò riferimento. Purtroppo ancora oggi la povertà è ancora presente e la Misericordia di Bracciano, supportando le istituzioni, consegna mensilmente cinque quintali di generi alimentari, su segnalazione dei Servizi Sociali dei rispettivi comuni, dei parroci e dei Carabinieri, a chi ne ha bisogno. Oltre al banco alimentare, la Misericordia locale si occupa, su richiesta, del trasporto disabili, infermi e dializzati, di sangue e organi, cura l’assistenza sanitaria in alcune manifestazioni sportive e ludiche, mette a disposizione gratuitamente alle utenze deambulatori, sedie a rotelle, letti ortopedici e, due volte l’anno, promuove dei corsi di primo soccorso. Il messaggio che il Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, consegnò nell’udienza del 14 Giugno 1986 alle Misericordie, riassume l’essenza ideologica con cui ogni confraternita porta avanti la sua opera “Siate fautori della civiltà dell’amore e testimoni infaticabili della cultura della carità”. Se per carità si intende la virtù teologale per la quale si ama Dio e il prossimo, ad ogni essere umano è offerta la possibilità di manifestarla attraverso il proprio dono. Ed è di donazioni che vive la Misericordia, che in alcuni casi chiede un contributo per poter coprire le spese per far fronte alla manutenzione dei mezzi di trasporto di cui dispone. Dall’attitudine naturale ad aiutare gli altri e su iniziativa della Misericordia braccianese è nato nel 1984, il gruppo locale di donatori di sangue Fratres, il cui motto simboleggia l’ideale che ispira gli oltre 300 iscritti, “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore”. All’interno della Misericordia locale si respira un’aria serena, cordiale e il centinaio di iscritti, di cui quaranta operativi, non soffrono la sete di protagonismo. Ognuno di loro sa perfettamente che il proprio tempo libero dedicato all’aiuto del prossimo è la gratificazione più alta, perché offre la possibilità di esprimere la parte migliore di ogni essere umano.

     Iris Novello [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/3450/” title=”3450″]

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