Ogni giorno in Italia milioni di persone continuano a scontrarsi con un trasporto pubblico insufficiente e inadeguato. In particolare, quello ferroviario. Stazioni deserte, corse soppresse, ritardi frequenti, treni sovraffollati. Problemi cronici irrisolti che insistono soprattutto su alcune linee e che torniamo a denunciare con il Rapporto Pendolaria, una analisi puntuale sullo stato del trasporto pubblico ferroviario nelle città e tra le regioni giunta alla 20esima edizione.
Le linee peggiori d’Italia
Individuate in collaborazione con i comitati pendolari, le linee peggiori d’Italia, raccontano un sistema intrappolato tra rinvii e promesse non mantenute. In Campania la ex Circumvesuviana conferma il primato negativo: 13 milioni di passeggeri persi in dieci anni, convogli senza climatizzazione, stazioni impresenziate e un orario ancora “provvisorio”. Sempre in Campania, sulla Salerno–Avellino–Benevento la riapertura della stazione di Avellino è rimandata a giugno 2027. Nel Lazio la Roma Nord–Viterbo ha registrato 8.038 corse soppresse nei primi dieci mesi del 2025, il dato peggiore degli ultimi tre anni, mentre la Roma–Lido continua a essere segnata da guasti frequenti. Al Nord la Milano–Mortara–Alessandria, utilizzata ogni giorno da circa 19mila viaggiatori, accumula ritardi per il mancato raddoppio della linea. A questa si aggiungono le criticità del sistema ferroviario regionale e metropolitano del Piemonte, della Vicenza–Schio nel Nord-Est e delle Ferrovie del Sud Est. New entry del 2025 è la Sassari–Alghero, con quattro coppie di treni soppresse e un servizio quotidiano ancora inadeguato. In Sicilia restano infine aperte ferite storiche come la Catania–Caltagirone–Gela, in parte interrotta dal 2011.
Le scelte sbagliate
Il nodo principale sta nelle scelte politiche portate avanti in un settore così importante per l’ambiente e per l’economia del nostro Paese. Scelte discutibili, saldamente ancorate a vecchi principi, che continuano a privilegiare e foraggiare l’utilizzo del mezzo privato con tutte le conseguenze dal punto di vista ambientale e sociale.
Purtroppo, in Italia si continua ad insistere nella realizzazione di infrastrutture dannose. Una fra tutte, la più nota, ilPonte sullo Stretto di Messina, che insieme alle autostrade e strade in realizzazione e a quelle in progetto, porta a una spesa prevista per le casse pubbliche di oltre 30 miliardi, mentre rimangono ancora chiuse linee come la Caltagirone-Gela dal 2011 e la Palermo-Trapani via Milo dal 2013. Opere fini a sé stesse, che hanno devastato intere aree maturali, impattato il paesaggio e per di più sono vuote. Come, ad esempio, la Bre.Be.Mi. in Lombardia, a dieci anni dall’inaugurazione rimane pressoché deserta a causa delle tariffe elevate e del tracciato, doppione della A4, o la Superstrada Pedemontana Veneta per la quale La Regione deve pagare il canone al concessionario per 39 anni, fino a un totale di 12 miliardi di euro.
Intanto la vita dei pendolari continua ad essere durissima
I treni regionali in servizio non sono sufficienti; arranca la realizzazione di binari in città con solo 2,85 km all’anno di nuove metropolitane e addirittura 1,28 km all’anno di tranvie inaugurate negli ultimi 10 anni; la nuova legge di Bilancio non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, né per la ciclabilità e la mobilità dolce, ma anzi definanzia tre opere cruciali per la mobilità urbana quali la metro C di Roma, il prolungamento della M4 a Milano e il collegamento Afragola-Napoli. Metropolitane, tranvie e ferrovie urbane migliorano la qualità della vita, riducono traffico, inquinamento e costi sanitari e garantiscono un accesso più equo alla mobilità.
Appare evidente che sarebbero molte le opere pubbliche da realizzare nel settore dei trasporti, meno visibili del Ponte sullo Stretto di Messina, ma molto più utili alla collettività.
Con il rapporto Pendolaria vogliamo dare visibilità e forza ad una battaglia di civiltà per un Paese più moderno, giusto e sostenibile, che passa inevitabilmente per la riduzione dell’uso del mezzo privato e inquinante.
Fonte: legambiente sito











