Giuliano Granato (Pap/Up): “Ero davanti alla sede rai di Napoli tra chi si beccava manganellate in testa per il semplice fatto di manifestare contro una TV pubblica ridotta a scorta mediatica del genocidio a Gaza. Violenza della polizia che è l’ulteriore dimostrazione delle complicità del nostro Paese con Israele.

Proteggere i crimini…

Per proteggere e coprire i crimini israeliani, Piantedosi pensa bene di reprimere violentemente manifestazioni che hanno la “colpa” di rivendicare che il servizio pubblico dica la verità: e cioè che quello che succede a Gaza non è né un conflitto, né una guerra, ma un genocidio.

E di fronte a un genocidio – che avviene in diretta davanti agli occhi del mondo intero – il silenzio non è una scelta.

Parole probite

Oggi sappiamo meglio di ieri che in Italia ci sono parole “proibite”, che rivendicare “stop al genocidio” è tabù.
Ma non saranno penosi tentativi di censura e manganellate sulle nostre teste a ridurci al silenzio.
Il potere politico e mediatico sono nervosi perché sanno che stanno perdendo la “guerra del racconto”: che i nostri popoli non credono alla propaganda israeliana, ma sono al fianco del popolo palestinese e della sua causa, che parla la lingua della libertà, della resistenza e della liberazione.

Stop al genocidio! Palestina libera!”