BRACCIANO – IL COMITATO CIVICO BRACCIANO CHE VOGLIAMO PRESENTA CANDIDATO SINDACO E PROGRAMMI



La seconda assemblea pubblica indetta domenica scorsa dal Comitato civico “Bracciano che Vogliamo” ha riscosso un notevole successo confermato dalla nutrita presenza di cittadini all’auditorium comunale. Due i filoni principali presentati in vista delle elezioni amministrative del 5 e 6 maggio, la candidatura del sindaco e le linee programmatiche elaborate dalle commissioni. Alessandro Malara, coordinatore del gruppo civico, ha aperto i lavori ripercorrendo le tappe fondamentali intraprese dal Comitato “costituito da diversi abitanti di Bracciano che hanno messo a disposizione la loro esperienza, preparazione professionale e culturale per il rinnovo del rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini” e ha annunciato “la designazione del candidato sindaco nella persona dell’avvocato Claudio Gentili”. Rimaniamo comunque aperti al confronto con altre forze politiche – ha detto Malara – siamo disponibili nel trovare delle convergenze sempre nell’interesse del paese, scopo che ha sempre caratterizzato tutta la nostra azione”.
“Il comitato civico –ha esordito Claudio Gentili – attraverso il costante lavoro di tutti gli iscritti e simpatizzanti, ha conquistato visibilità e credibilità grazie al lavoro svolto con il metodo della condivisione e dell’ampia partecipazione. Bracciano ha perso molto nel suo ruolo di Comune  a cui era affidata la guida del comprensorio, l’economia sembra oggi fondata solo sull’edilizia e sulla discarica, segno evidente che il paese è allo sbando, bisogna mettere in atto una serie di iniziative che diano nuovo slancio alle attività economiche. Il comitato ha riposto in me la sua fiducia,  mi auguro che sia una scelta condivisa dall’intera coalizione che dovrebbe rappresentare l’alternativa all’attuale  amministrazione. Una sfida elettorale che abbia al suo interno tutte le forze politiche affinché la maggioranza dei cittadini di Bracciano lo possa essere anche in consiglio comunale. Perché in gioco non ci sono più le pur legittime aspettative personali, ma c’è il futuro del paese”.
A grandi linee sono state illustrate le tematiche sulle quali il Comitato civico intende intervenire in caso di vittoria alle elezioni, dalle politiche giovanili allo sviluppo economico, dalle politiche sanitarie e sociali alla cultura e allo sport, dai lavori pubblici all’urbanistica.
Sheila Santecchi, una ragazza di 20 anni, ha auspicato una maggiore collaborazione dei comuni limitrofi perché “nelle politiche giovanili è indispensabile il coinvolgimento degli enti locali e di tutte la istituzioni scolastiche per la realizzazione di spazi, il sostegno delle attività, per favorire l’opportunità di impiego, la prevenzione del disagio, l’incremento del senso civico, l’agevolazione economica e burocratica nell’imprenditoria giovanile unita ai corsi di formazione professionale”.
“La politica ha bisogno di moralità e concretezza – ha aggiunto Maurizio Furlani – gli spazi culturali potrebbero essere infiniti nel nostro paese. Borghi, chiese sconsacrate, auditorium, le stesse vie, le piazze, dove si possono proporre concerti, mostre d’arte, mostre fotografiche, seminari, convegni, teatro, poesia e la creazione di un centro studi internazionale educativi, siamo a pochi passi da Roma, ma Bracciano ha una sua identità e centralità culturale molto importante”. Furlani ha parlato degli effetti positivi che cultura e sport hanno sui giovani e meno giovani e delle potenzialità che il paese con le sue caratteristiche e il suo lago offre. “Bracciano deve diventare un centro culturale, ma sport e cultura in questo piccolo centro devono comunicare tra loro e hanno bisogno di figure altamente professionali – ha concluso – noto a volte negli assessorati di questi due importanti settori persone assolutamente lontane da queste caratteristiche”.
“Bisogna dare al territorio una sua identità – ha detto Alessandro Bacca – le potenzialità ambientali, la vocazione turistica, il patrimonio da mantenere e valorizzare sono il punto di partenza. A Bracciano si fa poco o nulla, ci sono paesi che 12 mesi l’anno propongono eventi, organizzazioni culturali, sportive e attività di commercio, dobbiamo promuovere manifestazioni a scadenza periodica che caratterizzino Bracciano a livello regionale e nazionale, Dobbiamo partecipare ad eventi specializzati del turismo per esportare il nostro prodotto, offrire servizi di qualità per un turismo di qualità,  dobbiamo fare marketing e utilizzare ogni forma di comunicazione, attualmente la realtà ci dice ben altro, lo sviluppo economico deve essere pianificato e organizzato”.
“Siamo diventati il fanalino di coda dei paesi limitrofi, dobbiamo dare una identità alla nostra cittadina – ha aggiunto Alessandro Ambrogi. “Dal punto di vista edilizio e urbanistico è necessario effettuare azioni mirate alla riqualificazione del tessuto storico e del recupero degli edifici più significativi”. Ambrogi ha descritto tutta una serie di interventi nei lavori pubblici che andrebbero affrontati, dal rifacimento del manto stradale di molte vie, alla riqualificazione delle frazioni e dei nuovi insediamenti, dalla sistemazione della pavimentazione al campo sportivo (con contributo Coni), alla realizzazione di rotatorie nelle zone più decentrate del paese, percorsi naturalistici e sotto passi pedonali nei pressi della stazione ferroviaria, dalla individuazione di parcheggi pubblici alla costruzione di un teatro multisala in località Campo della Fiera. Supportato dalle diapositive che man mano scorrevano sullo schermo, Ambrogi ha illustravano alcuni progetti di riqualificazione riguardanti piazza Mazzini con isola pedonale ai piedi del castello, la strada sterrata che dalla Sentinella porta al lago e l’ampliamento del parcheggio di via Cattaneo.
Il geometra Giampaolo Di Duca ha lamentato una totale mancanza di dialogo tra le parti dirigenziali dell’Ufficio tecnico-urbanistico, i tecnici e i cittadini. “La proposta fondamentale è quella di riuscire a rimetterci intorno ad un tavolo con tutti i tecnici locali, non è possibile che un dirigente si sveglia una mattina decide delle cose e tutti le devono adottare – ha detto Di Duca che ha anche criticato il Piano regolatore approvato da poco nel quale “si legge una carente operatività e chiarezza, i Piani regolatori non si fanno seduti a un tavolino come è successo per il nostro, si fanno sopralluoghi sul posto e tutto quello che è dovuto, il Piano non è nemmeno aggiornato con quelle che sono le attuali disposizioni in materia di energie alternative. Per quanto riguarda l’uso delle energie alternative – ha continuato Di Duca – l’unica modifica al regolamento edilizio è una variante apportata nel 2007 dal commissario prefettizio nella quale si obbliga che nelle nuove costruzioni 2 kilowatt di potenza derivino dall’uso del fotovoltaico. Dai dati relativi al bilancio di previsione 2011  si evince che per l’illuminazione corrente il Comune spende 709mila euro, 23mila solo per la scuola elementare. Se noi applichiamo in una parte della superficie scolastica 360 metri quadrati di fotovoltaico riusciamo a produrre 63mila kilowatt/ore, considerando che i consumi della scuola si aggirano ai 59mila, oltre ad andare a sopperire il fabbisogno dell’edificio, la restante parte la immettiamo in rete e ci viene pagata dal gestore. Alla fine riusciamo a risparmiare tra l’incentivo statale e la produzione di corrente 13 mila euro l’anno soltanto per la scuola elementare e se lo rapportiamo al discorso generale abbiamo un risparmio di 400mila euro che potrebbero essere utilizzati per il potenziamento di altri servizi”.
Per quanto riguarda le Politiche sanitarie e sociali sono intervenuti Nicola Airoldi e Giampaolo Collacciani, il primo ha parlato del casellario sociale come “strumento di riprogrammazione in tempi brevi della politica sociale” e della creazione di “una agenzia che permetta di veicolare in un centro unico di servizi le esigenze di tutti i giorni, informazioni e attività accessibili attraverso vari canali”, e il secondo ha affrontato l’argomento ospedale di Bracciano, partendo dai motivi che secondo lui hanno portato alla scelte di riconversione della struttura.
“Per questioni politiche fu ideato un progetto che portò il Padre Pio a gravitare a Civitavecchia invece che a Roma – ha detto il pediatra Giampaolo Collacciani – così siamo diventati sempre più poveri perché se la Regione stanziava 100 euro, 90 andavano al San Paolo e 10 al nostro nosocomio. Nel 2007 partecipai al gruppo elezioni con l’intento di sganciare il Padre Pio da Civitavecchia e portarlo sull’ospedale più importante di Roma. L’agenzia di Sanità Pubblica (Asp) accolse la nostra istanza e fu redatto un Piano di sperimentazione triennale di collegamento tra l’ospedale braccianese e il San Filippo Neri. La dirigenza del nosocomio romano fu ben felice di accogliere questo progetto che prevedeva sia un aiuto in termini di personale infermieristico e medico qualora ne avessimo avuto bisogno, sia la disposizione della struttura per interventi importanti con il decentramento di 10 posti letto per patologie acute. Le 9 pagine redatte da me, furono inserite nel programma della coalizione che vinse le elezione, ma presto mi resi conto che il Sindaco in carica non metteva in moto il fiore all’occhiello di quel progetto. Chiesi spiegazioni, ma non ebbi soltanto tergiversazioni e risposte poco chiare. Come comitato –  ha proposto Collacciani –  vogliamo che venga almeno salvaguardato il Pronto soccorso con tutte le figure professionali perché il Primo intervento, così come delineato nel decreto 80, diventerebbe un semplice luogo di smistamento, tanto varrebbe andare direttamente a Roma. Per i letti che vogliono dismettere – ha continuato – potrebbero essere utilizzati per la creazione di una Residenza sanitaria per anziani (Rsa) con tariffe accessibili rispetto a quelle proposte dai privati. In questo piano di riconversione, inoltre, non è prevista la figura del pediatra, la popolazione infantile solo a Bracciano è arrivata a 4.500 unità, a questi bambini cosa offriamo? – ha chiesto Collacciani che ha proposto la creazione di una osservazione breve, cioè un percorso dedicato soltanto  ai bambini, e la riattivazione del punto nascite chiuso da dicembre del 2009  in quanto “abbiamo avuto molti più parti, circa 450 l’anno, rispetto a Civitavecchia”. Per finire Collacciani ha parlato di “un progetto che metterebbe il bambino e l’adolescente al centro di un’azione combinata di varie figure professionali che ne curano non solo l’aspetto di prevenzione sanitaria, ma anche quello educativo e della sicurezza”.
Infine Marcello Pezzillo ha proposto alla platea delle considerazioni basate sull’analisi economico-finanziaria 2004/2010 della Bracciano Ambiente Spa. “Come consigliere comunale ho seguito attentamente la gestione della B.A. dal 2007 ad oggi, partendo da uno studio fatto dall’Università della Tuscia sullo stato economico/finanziario e gestionale della Spa. L’utile del margine operativo evidenzia il trend negativo di tutti i valori dal 2007 rispetto alla precedente gestione tanto criticata dal sindaco Sala – ha detto Pezzillo mentre alcuni indici di bilancio scorrevano sulle slide – c’è solo un indice di crescita, il rapporto di indebitamento, oltre al costo del personale arrivato a 3.800.000 euro”.
“Le problematiche più importanti connesse alla gestione e sulle quali intervenire – ha continuato – sono in primo luogo i fondi gestione post mortem. Circa un anno fa risultava che sul conto corrente previsto fosse disponibile un saldo inferiore al milione di euro, con una carenza di almeno 6 milioni e visto che oggi alcuni Comuni cominciano a chiederne conto sembra che si cominci ad accantonare qualcosa di più”.
“In secondo luogo i proventi del biogas – ha sottolineato – nel 2007 sono stati sottoscritti due contratti della durata di 5 e 10 anni fra Bracciano Ambiente Spa e la Entec Srl per la captazione del biogas e sua trasformazione in energia elettrica trasferita all’Enel, nei quali si prevedeva la corresponsione da parte della società Entec alla Bracciano Ambiente di una percentuale del 24 per cento sul fatturato.  Da sommarie informazioni risulta che il fatturato della Entec Srl si aggira nell’ordine dell’1,5/2 milioni di euro all’anno con un solo motore di trasformazione biogas/energia elettrica. Dato che l’accordo complessivo prevedeva la realizzazione, a carico della Entec Srl, del raddoppio della produzione attraverso l’installazione di un secondo motore, i proventi per la B.A. avrebbero dovuto aggirarsi intorno ad una cifra di almeno 5/600.000 €/anno. A distanza di oltre 4 anni e mezzo dalla sottoscrizione del documento non risultano rimesse di alcun genere dalla Entec Srl a favore della B.A. Spa. per un mancato incasso nell’ordine dei 2 milioni di euro”.
“La terza problematica – ha proseguito Pezzillo – riguarda lo smaltimento del percolato in quanto la discarica di Cupinoro ne produce una quantità annua di 17/18.000 tonnellate. Nel 2008 la Società ha acceso un finanziamento per circa 1,5 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di smaltimento in house del percolato che avrebbe dovuto essere operativo nella primavera del 2009, ma che ad oggi risulta ancora parzialmente operativo. In tale situazione la Società continua a bandire gare di appalto annuali per l’affidamento ad operatore esterno dello smaltimento,  l’ultima pochi giorni fa per  circa  un milione di euro all’anno. Ogni anno si sostiene che l’impianto consentirà un risparmio di € 500.000 ma ad oggi questi risultati non si sono verificati”.
Pezzillo in conclusione ha proposto di “commissionare una analisi sullo stato economico finanziario della società ad un soggetto terzo, incrementare la raccolta differenziata, realizzare un impianto di preselezione a valle del rifiuto con potenzialità di trattamento per massimo 135.000 t/a tarato sui 25 Comuni che oggi confluiscono a Cupinoro”.

    Iris Novello [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/5608/” title=”5608″]

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