Una vasta operazione dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari in carcere — due delle quali emesse dal Tribunale per i Minorenni — nell’ambito di un’indagine su un presunto sodalizio criminale attivo nel complesso residenziale “Royal Residence”, in località Villaggio Coppola – Pineta Mare, a Castel Volturno. Le misure sono state disposte dal G.I.P. in fase di indagini preliminari e riguardano persone da considerarsi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Le accuse: presunta associazione mafiosa e gestione di una piazza di spaccio
Secondo l’ipotesi accusatoria, il gruppo — composto da maggiorenni e minorenni all’epoca delle indagini — sarebbe responsabile di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal presunto uso del metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, oltre che di una pluralità di episodi di cessione di droga.
Gli investigatori ritengono che l’organizzazione avrebbe “importato” nel territorio di Castel Volturno il modello criminale tipico delle piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano, aree da cui provengono gli indagati, ricalibrando le stesse dinamiche nel degradato complesso del Royal Residence, abitato da numerose famiglie che, secondo quanto ricostruito, sarebbero state costrette a convivere con l’attività illecita.
Da un incendio del 2023 all’indagine: intimidazioni e controllo del territorio
Le indagini sono state avviate nella seconda metà del 2023, dopo l’incendio di un appartamento del condominio, episodio ritenuto dagli investigatori un presunto atto intimidatorio volto a rafforzare il controllo del territorio.
L’attività investigativa ha ricostruito una presunta piazza di spaccio attiva 24 ore su 24, dotata di un fitto sistema di vedette, sbarramenti e percorsi obbligati, oltre a un apparato di videosorveglianza artigianale posizionato nei punti strategici del palazzo, composto da dieci piani.
Presunto metodo mafioso e violenze ai danni dei residenti
Il provvedimento cautelare delinea inoltre un contesto di presunta gestione “militare” del condominio, caratterizzato da azioni violente quali pestaggi, minacce e spedizioni punitive con armi da fuoco, finalizzate — secondo l’ipotesi degli inquirenti — a creare un clima di timore e omertà tra residenti e frequentatori della zona.
Tra gli episodi più gravi riportati dagli investigatori figurano:
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incendi ai danni dell’amministratore di condominio e di altri residenti
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il ferimento di un cittadino polacco, colpito alle gambe con un’arma clandestina modificata
Secondo quanto emerge dall’inchiesta, l’organizzazione avrebbe ricevuto un’autorizzazione informale da soggetti ritenuti vicini al clan dei Casalesi – fazione Bidognetti, storicamente attivo nell’area.
Il quadro giudiziario: misure cautelari e presunzione di innocenza
L’operazione odierna rappresenta un passaggio significativo nell’inchiesta, ma non un giudizio definitivo. Le misure cautelari sono state emesse durante la fase delle indagini preliminari, sono soggette a eventuali impugnazioni e non comportano alcuna presunzione di colpevolezza.
I destinatari restano persone sottoposte a indagine e godono, come previsto dalla legge, della presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza irrevocabile.











