Gli italiani si preparano al cenone di Capodanno con un budget complessivo che supera i 2 miliardi di euro. È quanto emerge dall’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca EMG Different, che fotografa abitudini di spesa e differenze territoriali e generazionali alla fine del 2025.
Secondo i dati, la spesa media pro capite si attesta a 49 euro, in calo del 32% rispetto al 2024, con oltre 28,5 milioni di persone coinvolte, pari al 73% degli italiani tra i 18 e i 74 anni.
Chi farà il cenone e dove si spende di più
La propensione a organizzare il cenone cresce sensibilmente nel Meridione e nelle Isole, dove la percentuale di chi festeggerà arriva all’86%, sfiorando il 90% del campione locale. A livello anagrafico e geografico emergono differenze significative anche nella spesa media.
A mettere a budget l’importo più elevato sono i 55-64enni e i residenti nel Sud e nelle Isole, con una spesa media di 59 euro. Al di sotto della media nazionale si collocano invece i 25-34enni, che prevedono una spesa di 42 euro, così come gli abitanti del Nord Ovest con 41 euro e del Nord Est con 40 euro.
Budget in calo per una parte degli italiani
Il 14% dei rispondenti, pari a circa 2,2 milioni di italiani, ha dichiarato che quest’anno spenderà meno rispetto al 2024. Le motivazioni sono prevalentemente economiche: il 58% segnala l’aumento di altre spese che ha reso necessario ridurre i costi del cenone, mentre il 41% ammette di attraversare un periodo di difficoltà economica.
A pesare sulle scelte di consumo è anche l’aumento generalizzato dei prezzi e, in particolare, il caro-alimenti. Negli ultimi cinque anni, infatti, il costo dei prodotti alimentari è cresciuto in media del 25%, secondo i dati di Consumerismo.
Chi spenderà di più rispetto al 2024
Accanto a chi riduce il budget, c’è però una quota consistente di italiani che prevede di aumentare la spesa. Un rispondente su quattro, pari a circa 4 milioni di persone, ha dichiarato che investirà di più nel cenone rispetto allo scorso anno.
Le percentuali più elevate si registrano tra i residenti nel Centro Italia, dove la quota sale al 30,7%, e tra gli intervistati con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, fascia in cui la percentuale raggiunge il 32,5%.










