Niente quorum. La sconfitta del referendum è la sconfitta purtroppo dei diritti e soprattutto delle lavoratrici e dei lavoratori, di qualsiasi pensiero politico, che avranno meno tutele e diritti. Fa rabbia che si sia dovuto andare a votare per ripristinare diritti cancellati non tanto dal centro-destra ma soprattutto dal centro-sinistra.
È stato un errore caratterizzare il voto come un referendum del centro-sinistra contro governo e maggioranza: il governo è ora più forte e il diritto al lavoro e all’uguaglianza sono molto più lontani.
Ceto politico dominante
Il ceto politico dominante, tanto di maggioranza quanto di opposizione, si dovrebbe anche vergognare per avere tradito l’unico referendum in cui si era raggiunto il quorum, quello sull’acqua pubblica del 2011 e che solo noi a Napoli, quando ero sindaco, abbiamo attuato, avversati da tutto il sistema di centro-destra e centro-sinistra, compreso l’attuale sindaco di Napoli.
E poi ci meravigliamo che il popolo non va a votare.
Certo hanno contribuito quesiti ostici e non risolutivi, ma soprattutto la consapevolezza di una classe politica inaffidabile, di un parlamento che tradisce la Costituzione e che poi non ha nemmeno la decenza morale, prima ancora dell’obbligo giuridico, di rispettare la volontà popolare quando questa si esprime come sull’acqua pubblica.