Adesione altissima, con una media oltre il 70%, allo sciopero proclamato dall’Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione, insieme ai sindacati di base Usb e Cobas, per chiedere la revoca dell’accordo del 10 gennaio 2024 tra Organizzazioni Sindacali (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Orsa Ferrovie, Uil Trasporti, Ugl AF, Fast-Slm) ed Azienda, firmato sulla testa dei lavoratori e contro la loro volontà. Un accordo che smantella le tutele contrattuali su orari, nastri di lavoro e riposi giornalieri e settimanali erodendo le normative su salute e sicurezza ed incidendo pesantemente sulle condizioni psicofisiche e sulla gestione della vita privata e sociale dei lavoratori.
Oggi circa 500 ferrovieri
Oggi circa 500 ferrovieri, della manutenzione infrastruttura di RFI di tutta Italia si sono ritrovati a Roma, partendo all’alba da ogni parte del paese, per raggiungere in corteo da Roma Termini piazza della Croce Rossa, sede del Gruppo Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana la società del gruppo che gestisce l’infrastruttura ferroviaria. Un corteo rumoroso e determinato, colorato dal giallo dei caschetti da lavoro, che al ritmo di fischi trombe e slogan ha raggiunto il palazzo del potere per ribadire la ferma volontà degli operai di contrastare un accordo che arrecherà un grave peggioramento delle condizioni lavorative e della vita privata ed un notevole aumento di stress (anche correlato al lavoro) che si ripercuoterà sull’abbassamento notevole della soglia minima d’attenzione e sulla crescita di eventuali rischi legati alla sicurezza sul lavoro.
Centinaia di operai, in rappresentanza dei migliaia in protesta in tutta Italia, che hanno richiesto ed atteso un incontro con i vertici aziendali che invece hanno rifiutato di parlare e confrontarsi con i propri lavoratori. Managar di Rfi, pagati con soldi dei cittadini a cui dovrebbero rispondere per il loro operato, che si rifiutano di incontrare i propri dipendenti e preferiscono scegliere con chi trattare, le sei sigle sindacali che chiaramente oggi non hanno il consenso dei lavoratori né rappresentano le loro posizioni.
Il corteo, passando per Porta Pia, si è spostato sotto le finestre del Ministero dei Trasporti
Il corteo, passando per Porta Pia, si è spostato sotto le finestre del Ministero dei Trasporti per evidenziare a politici e funzionari quale sia la dimensione del problema che sta interessando un’azienda che, se pur s.p.a., è controllata al 100% dal Governo e che svolge un servizio pubblico fondamentale. Anche qui rifiuto di incontrare lavoratori/cittadini da chi avrebbe il compito di rappresentarli e che in teoria dovrebbe essere al loro servizio. Il corteo è ritornato a Roma Termini, da dove i ferrovieri sono potuti rientrare alle loro casa, alcuni costretti già alle 22 di questa notte a riprendere il lavoro, dandosi però appuntamento alla settimana prossima per una nuova assemblea.
Una grande giornata di lotta che resterà nella storia di tutti i ferrovieri della manutenzione che ormai sono sempre più consapevoli dei propri diritti e della necessità di lottare avendo acquisito coscienza della loro condizione e decisi a riprendere il protagonismo che gli spetta. Una sola è la loro proposta, l’accordo deve essere ritirato perchè non ha il consenso dei lavoratori.
“State tranquilli non ci fermeremo, resisteremo un minuto più di voi”
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