Sicurezza aziendale: 1 impiegato su 3 cade preda degli attacchi di phishing

Sicurezza



Quando si parla di sicurezza informatica, l’attenzione principale viene posta sul modo in cui difendiamo i confini esterni del nostro sistema, tentando di bloccare tutte le possibili vie di accesso ad hacker e altri malintenzionati del web. Spesso però ci dimentichiamo di un fattore importante, e cioè che potemmo essere addirittura noi (o chi agisce per noi) ad aprire la porta alle minacce informatiche. Un po’ come una sorta di autogol che può costarci parecchio e vanificare tutti gli sforzi e gli investimenti fatti per difendere il sistema.

Questo tipo di situazione si verifica ovviamente quando ci sono più persone che lavorano in una società o un’azienda: impiegati, dipendenti, stakeholder in generale, che indipendentemente dal tipo di rapporto lavorativo, hanno accesso alla nostra rete. L’esempio più tipico e anche più banale è quello del dipendente che accede all’e-mail aziendale e, involontariamente, apre le porte all’hacker.

Un’ipotesi del genere è molto più frequente di quanto ci si possa immaginare. Qualche dato, per avere un’idea più precisa:

  • Secondo quanto riportato da KnowBe4, un impiegato su tre quando riceve un’e-mail sospetta di phishing non avverte il rischio e apre il messaggio, senza dare la dovuta importanza a quello che un semplice click può comportare.
  • Se però viene effettuata un’adeguata formazione del lavoratore, il rischio si riduce fino al 18%, per scendere addirittura al 5% quando la formazione in fatto di sicurezza informatica diviene più intensa, ad esempio a seguito di un corso della durata di 12
  • La portata degli investimenti in sicurezza informatica operati dalle aziende nel mondo si evince anche dalla percentuale di vulnerabilità dei sistemi aziendali. Ad esempio, le aziende localizzate in Europa sono soggette a un minor rischio di attacchi, mentre in Sud America sono più frequenti i fenomeni di data breach andati a buon fine.

Quanto finora visto non va confuso con un’altra ipotesi, quella dell’insider threat: molto più raramente, i dipendenti o coloro che collaborano con un’impresa potrebbero volontariamente dare accesso a terzi. Si verifica in sostanza un fenomeno di collusione che può avvenire in cambio di denaro o per sferrare una sorta di vendetta da parte di un lavoratore un po’ rabbioso.

Come creare una barriera protettiva a 360°

L’esigenza di creare un barriera che sia in grado di proteggere il nostro sistema informatico, indipendentemente dalla capacità umana di bloccare eventuali rischi, è fondamentale. E lo è diventata ancora di più in seguito alla pandemia di Covid, quando gran parte delle collaborazioni sono avvenute al di fuori dei confini aziendali, utilizzando reti private, spesso in modalità Wi-Fi.

Per fortuna, però, la moderna tecnologia informatica è stata in grado di predisporre degli strumenti in grado di agire da barriera protettiva per i sistemi informatici, sia di aziende che di privati. Oltre ovviamente ad auspicare una maggiore formazione dei dipendenti in questo campo, è importante adottare degli accorgimenti in grado di fare realmente la differenza, come ad esempio:

  • Installare una VPN, ovvero una rete privata virtuale. La modalità di funzionamento di queste reti è la stessa tra una tipologia e l’altra: in pratica, si tratta di un network host che rimane privato ed è accessibile solo a chi entra a seguito di autenticazione 2FA. Tuttavia, in base alle specifiche esigenze, è possibile scegliere tra diverse VPN gratis quella più adatta alla nostra azienda.
  • Implementare l’autenticazione a 2 fattori. Questo tipo di controllo è più efficace rispetto a un accesso verificato sulla base di username e password, dato che occorre verificare anche in altri modi la propria identità.
  • Effettuare un backup regolare dei propri dati. Uno dei rischi più frequenti per le aziende è l’impossibilità di accedere ai propri dati, che spesso includono le informazioni personali dei propri Spesso infatti gli hacker, dopo essersi infiltrati nel sistema, richiedono il pagamento di un riscatto per rendere di nuovo visibili le informazioni.
  • Assicurarsi che non solo la propria rete ma anche i propri dispositivi siano sempre al sicuro. Installare dei software in grado di rilevare e bloccare malware e altri tipi di virus è fondamentale per rendere i dispositivi aziendali più sicuri, anche nel caso in cui venga inavvertitamente scaricato un virus.
  • Fare attenzione anche ai cloud, che ormai sono la modalità più frequente per salvare dati e informazioni a livello di azienda. Anche se la comodità di utilizzare un cloud è innegabile, i rischi che questo venga preso di mira dagli attacchi in rete sono maggiori. Oltre ad adottare le precauzioni viste finora, assicurati anche di leggere attentamente termini e condizioni, soprattutto in relazione alla politica sulla sicurezza dei dati (ad esempio se, con chi e per quali finalità verranno condivisi i dati degli utenti).

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