LADISPOLI – CENTRO DI ACCOGLIENZA PER I SFD, PERCHÉ NON AFFRONTARE LA QUESTIONE?



Con l’approssimarsi delle feste di Natale tutti ci sentiamo più buoni e facciamo tanti  buoni propositi, non sempre però riusciamo a realizzarli per vari motivi. La cronaca locale di questi giorni di freddo intenso ci racconta di altre vittime del freddo ma non solo, immigrati morti per il gelo o di stenti in quanto non hanno un posto dove dormire, non hanno un lavoro e soprattutto non hanno una famiglia. A parte eventuali e rare eccezioni si tratta di persone miti che non fanno del male a nessuno, sono sbandati, vivono con poco o niente, si appoggiano perlopiù alla Caritas locale per ricevere vestiti ed un pasto giornaliero.  Vivendo in queste condizioni di disagio è ancor più difficile per loro reinserirsi nella società: difficoltà a trovare lavoro, difficoltà sociale per la mancanza di una famiglia che gli dia supporto e affetto, mancanza di un luogo dove soggiornare almeno la notte. Sappiamo tutti che con l’attuale crisi economica tale fenomeno, che una volta riguardava solo gli extra-comunitari, interessa anche cittadini italiani che cadono nella povertà a causa della perdita del lavoro o avendo un reddito troppo basso.
E’ chiaro che realizzare un centro di accoglienza per i Senza Fissi Dimora non è cosa semplice ma complessa in quanto oltre alla struttura sarà necessario fornire risorse, umane e finanziare, per il suo funzionamento. Ma è altrettanto vero che occorre affrontare tale problema pubblicamente e con tutti gli attori necessari. La Caritas ha
manifestato la propria disponibilità in tal senso, il Comune di Ladispoli potrebbe e dovrebbe fare la sua parte, ad esempio individuando un locale adatto (faccio notare che è stato messo a disposizione gratuitamente un locale nella zona artigianale per un  eventuale posto di Polizia), anche gli enti sovra comunali, Provincia e Regione, dovrebbero contribuire nella risoluzione di un problema che non è stato creato certamente in loco ma che interessa molte località italiane. Far finta di niente sarebbe grave, far finta di non sapere che spesso nella stazione FS ci sono una o più persone che lì hanno trascorso la notte per ripararsi dal freddo, sarebbe come chiudere gli occhi.
Qualcosa bisogna fare, perché aspettare che la cronaca ci riporti alla realtà quando ci  informa che un’altra persona è morta di freddo per strada o nel vicino bosco?
Facciamo in modo che il Natale ci apra il cuore e ci spinga ad occuparci di chi veramente ha bisogno d’aiuto.

Rosario Sasso [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/5189/” title=”5189″]

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