ANGUILLARA – MONS. DE LA MORA: “NON PRIVATIZZIAMO L’ACQUA E LE NOSTRE COSCIENZE”



Domenica 8 maggio 2011 presso la Parrocchia Regina Pacis di Anguillara Sabazia, il Comitato Referendario 2 SI per l’Acqua Bene con il Movimento Civico Anguillara Bene Comune (ABC) e la Comunità parrocchiale Regina Pacis, hanno avuto il piacere di avere ospite per tutta la giornata Mons. Luis Infanti De La Mora. E’ stata l’occasione per ascoltare l’esperienza di impegno spirituale, etico e politico che il Vescovo sta svolgendo in Patagonia per la difesa ed il rispetto del creato come Bene Comune.
La giornata si è svolta in due momenti molto intensi, al mattino con la celebrazione eucaristica, molto partecipata, in cui filo conduttore è stata l’acqua quale fonte di vita  spirituale  e bene del Creato da difendere. Mentre nel pomeriggio si è svolta un’assemblea cittadina in cui mons. Luis Infanti De La Mora ha presentato la sua lettera Pastorale “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana”, la sua esperienza di vita e di impegno nel “Congresso per la difesa della Patagonia” cilena per la difesa  del Bene Comune.
Pochi hanno espresso così bene la visione cristiana sull’acqua come il vescovo cileno Luis Infanti nella sua lettera pastorale: “La crescente politica di privatizzazione è moralmente inaccettabile quando cerca di impadronirsi di elementi così vitali come l’acqua, creando una nuova categoria sociale, gli esclusi. Alcune imprese multinazionali che cercano di impadronirsi di alcuni beni della natura e soprattutto dell’acqua, possono essere padrone di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietarie di un bene da cui dipende la vita dell’umanità. E’ un’ingiustizia istituzionalizzata che crea ulteriore fame e povertà facendo sì che la natura sia la più sacrificata e la specie più minacciata sia quella umana, i più poveri, in particolare”. Questa testo è dedicato all’oro blu e ai “profondi motivi e interessi sociali, etici, politici, religiosi, culturali, economici”, che si intrecciano attorno a questo indispensabile elemento. E’ un’accusa alla privatizzazione e alla mercificazione dell’acqua, che nella diocesi di Aysén, in Patagonia, si traduce in un drammatico progetto di cinque grandi dighe. Intorno alla ricchezza idrica della Patagonia si sono formati interessi economici enormi. Esiste un progetto di megadighe idroelettriche (che vede coinvolta l’italiana Enel), e i ghiacciai già vengono venduti alle multinazionali dell’acqua in bottiglia. Ma chi ne beneficerà, alla fine? Certamente non le comunità locali. Questo è un problema che riguarda ogni paese, sostiene mons. Infanti: fino a che punto è lecito trasformare il Creato in mercato?
Nel pomeriggio nell’assemblea cittadina Mons. Luis Infanti ha approfondito tematiche come il diritto universale all’acqua, l’importanza della partecipazione democratica ai referendum per l’acqua pubblica che vi saranno il 12 e 13 giugno in Italia, l’impegno dell’azionariato critico contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, il ruolo di ENEL con il mega progetto delle 5 dighe in Patagonia. La necessità di modificare le leggi quando sono eticamente insostenibili, ma soprattutto l’impegno di tutte le persone nell’essere cittadinanza attiva, di non vendere le nostre coscienze e di non farsi manipolare dagli interessi di poteri economici e politici.
E’ stata sicuramente una giornata di stimolo alla riflessione e all’impegno per tutte le persone, tanto più se credenti, poiché “c’è un urgente bisogno di una conversione ecologica, attraverso profondi cambiamenti negli stili di vita”. Nelle nostre scelte quotidiane dobbiamo cercare l’essenzialità e rifiutare la logica del consumismo. Questo cambiamento ci deve coinvolgere profondamente e renderci protagonisti attivi e propositivi attraverso il metodo “vedere, giudicare e agire”.
All’incontro pomeridiano è intervenuto anche il Sindaco di Corchiano Dott. Bengasi Battisti, quale referente nazionale degli Enti Locali per l’Acqua Bene Comune. Egli ha sottolineato come il Movimento per l’Acqua Bene Comune sia un processo di democrazia partecipativa, che vede protagonisti tanti cittadini ed associazioni territoriali. Essi stanno costruendo un nuovo modo di vedere e fare politica, in cui al centro vengono posti veramente gli interessi collettivi del Bene Comune. Ha evidenziato come ci siano in Italia molte esperienze di gestione pubblica dell’acqua che funzionano, mentre vi sono diversi casi di grandi aziende private che a fronte di aumenti spropositati delle bollette non realizzano investimenti. Anche la privatizzazione è una ideologia: non vi sono certezze sulla maggiore efficacia delle aziende private perché la gestione rimane in regime di monopolio. Mentre è necessario assicurare una vera partecipazione dei cittadini al controllo. Ha auspicato infine che la campagna referendaria 2 Si per l’Acqua Bene Comune, ripeta il successo della raccolta firme referendaria di un anno fa, che raccolse 1 milione e 400 mila firme, attraverso l’impegno costante di molti cittadini.
Per questo chiediamo a tutti di sentirsi protagonisti di questo processo di democrazia e di farsi portavoce attivi della campagna referendaria 2 Si per l’Acqua Bene Comune esponendo la bandiera del movimento alle proprie finestre e indossando la spilletta.

Claudia Alongi
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