La maratona elettorale si è conclusa lunedì notte, dopo tre mesi di campagna elettorale che ricorderemo più per le vicende legate al caos delle liste che per i contenuti dei programmi. Dopo un testa a testa continuato per ore, nella metà del percorso della proiezione dati che affluivano dalle 5266 sezioni laziali, si è delineato il vantaggio della candidata del centrosinistra per 115mila voti, ma Renata Polverini con il passare del tempo ha raggiunto e superato la sua rivale politica. Intorno la mezzanotte, quando ormai si era capito che le sezioni ancora da scrutinare non avrebbero potuto cambiare il risultato, a Bracciano dieci macchine cariche di militanti e bandiere tricolore hanno percorso le vie del centro in segno di festa, mentre in piazza del Popolo a Roma si sono radunati i sostenitori di Renata Polverini dopo un velocissimo passaparola. E se è pur vero che nella capitale la Bonino ha avuto più consensi dell’avversaria politica, il resto del Lazio ha fatto la differenza e ha sancito il risultato finale a favore della candidata del centrodestra, con un surplus nelle province di Roma di 35mila voti, 57mila a Frosinone, 17mila a Viterbo e 10mila a Rieti, 75mila a Latina.
Ma il grande protagonista della tornata elettorale è comunque stato l’astensionismo. Un dato su cui tutte le forze politiche nazionali, regionali e locali dovranno seriamente riflettere. Dal 2005 al 2010 si sono persi per strada 550mila elettori nella regione Lazio e a Bracciano solo il 64,35 degli aventi diritto al voto si è accostato alle urne, con una percentuale in negativo del 12,69 rispetto alla precedente chiamata per la scelta del governatore.
Iris Novello
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