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Sport e inclusione, Trabucco (CG): “Con il metodo Katautism un passo avanti per una cultura sportiva aperta a tutti”

Sport e inclusione, Trabucco (CG): "Con il metodo Katautism un passo avanti per una cultura sportiva aperta a tutti"

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Un’iniziativa dedicata allo sport come strumento di inclusione sociale e crescita personale. Giorgio Trabucco, capogruppo della Lista Civica Gualtieri Sindaco, sottolinea l’importanza del metodo Katautism come modello per promuovere la partecipazione dei bambini autistici e per diffondere una cultura sportiva realmente aperta a tutti.

La presentazione del libro “Sport e Autismo: il modello Katautism”

Roma, 8 ottobre 2025 – “Ieri ho partecipato con grande interesse e partecipazione alla presentazione del libro ‘Sport e Autismo: il modello Katautism. Indicazioni teorico-pratiche per l’attività sportiva inclusiva dei bambini autistici’, un progetto editoriale che racconta un metodo innovativo per promuovere l’inclusione dei bambini autistici attraverso la pratica sportiva. L’iniziativa si è svolta presso Palazzo Valentini, sede della Città Metropolitana di Roma Capitale. – dichiara Giorgio Trabucco, capogruppo della Lista Civica Gualtieri Sindaco – Come amministrazione crediamo profondamente nel valore dello sport come strumento di crescita, socialità e abbattimento delle barriere, siano esse fisiche, cognitive o culturali. Per questo lavoriamo ogni giorno per rendere lo sport sempre più inclusivo e accessibile, sostenendo iniziative che favoriscono la partecipazione attiva delle persone con disabilità, sia fisiche che intellettive.”

L’impegno per una cultura sportiva inclusiva

“Un ringraziamento speciale all’autrice Nicole Maussier, alla FIJLKAM, alla dottoressa Ciuffetti in rappresentanza di Sport e Salute che ha finanziato il progetto e a tutti coloro che, con passione e competenza, si dedicano ogni giorno a costruire percorsi sportivi capaci di accogliere e valorizzare ogni persona. Momenti come quello di ieri – conclude Trabucco – rappresentano un’occasione preziosa per diffondere buone pratiche e rafforzare una cultura sportiva inclusiva, che metta davvero al centro la persona, i suoi bisogni e le sue potenzialità.”

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