Il regime coloniale e criminale guidato da Netanyahu ha approvato un piano che prevede l’intensificazione dell’aggressione militare contro Gaza, nuove operazioni nei territori già martoriati della Cisgiordania, e lo spostamento forzato, cioè la deportazione, della popolazione palestinese.
È la conferma definitiva di ciò che era evidente fin dall’inizio: il massacro in corso è sempre stato un progetto sistematico di pulizia etnica, di cancellazione del popolo palestinese, di annientamento della sua identità e della sua esistenza.
Parliamo di oltre 52.000 vittime palestinesi, tra cui decine di migliaia di bambini. Non è una guerra. È un genocidio pianificato e condotto con la complicità di chi resta in silenzio.
E adesso, con un piano criminale messo nero su bianco da Netanyahu, un criminale di guerra, un nemico dell’umanità, cosa dicono Giorgia Meloni e il suo governo?
Cosa dice l’Unione Europea, che finge ancora di non vedere, di non sentire, di non sapere?
Cosa dicono i Paesi Arabi?
Il silenzio di fronte a questo crimine contro l’umanità non è neutralità: è complicità.
È un silenzio che gronda sangue, che alimenta la barbarie e incoraggia l’impunità.
Bisogna intervenire subito. Imporre sanzioni, il ritiro degli ambasciatori, lo stop all’invio di armi e a ogni rapporto economico e commerciale con lo Stato Terrorista di Israele.
Ogni giorno in più è una condanna a morte per un popolo intero.
Palestina libera. Ora.
Ritorniamo ad essere umani.