Da Budapest si è alzato un grido forte, potente, commovente, una manifestazione immensa che ha visto uniti tutti i partiti per difendere la libertà, ed è questo il punto da cui dobbiamo ripartire anche noi, perché la libertà non è solo una parola, è sostanza, è vita, è dignità, è la possibilità di amare senza dover chiedere il permesso, di scegliere cosa studiare e cosa diventare, di lavorare senza essere sfruttati, di avere accesso alla salute, a un’istruzione vera, a uno stipendio che permetta di vivere, non solo di sopravvivere.
Nessun compromesso
Non possiamo più accettare compromessi al ribasso né nella società né nelle relazioni, perché anche nei legami troppo spesso si annida la negazione della libertà, rapporti costruiti sulla dipendenza, sull’apparenza, sull’idea che l’altro debba essere trattenuto a ogni costo, anche con i nodi, con le cartomanti, con i santoni, con l’illusione, e tutto questo non è amore, è controllo, è paura, è la morte dell’amore vero, che invece è fatto di scelta libera, presenza autentica, respiro, possibilità, e allora questo inno alla libertà che si è levato da Budapest deve attraversare le coscienze e diventare nostro, ovunque, in ogni gesto, in ogni scelta, in ogni relazione, perché senza libertà non c’è amore e senza amore libero non c’è vita degna.