Di Battista: “La tragedia di Atene è già in fondo ai principali siti di informazione italiana”

Così Alessandro Di Battista sugli incendi che stanno devastando la Grecia:

La notizia della tragedia di Atene è già in fondo ai principali siti di informazione italiana. Eppure i cadaveri sono ancora caldi. Così funziona la comunicazione moderna: immagini di devastazione sparate qua e là, conta dei morti, frasi di circostanza di qualche politico e poi via, si volta pagina. “The show must go on” e con esso devono continuare ad imperversare gli stessi personaggi che sono responsabili di una miriade di disastri ma che rischiano poco dai consigli di amministrazione di quelle banche d’affari che hanno ormai sostituito la democrazia (e qualcuno osa scandalizzarsi per le frasi di Davide Casaleggio sul Parlamento e la democrazia diretta…ipocriti!).

Chi ha appiccato gli incendi è uno sporco assassino che dovrebbe passare il resto dei suoi giorni in una cella ma chi, pur non essendo esecutore materiale, ha la coscienza sporca sull’ennesima distruzione della Grecia dovrebbe, quantomeno, essere indicato dalla stampa, questo per prevenire tragedie future.

E invece no, salvo rare eccezioni (ottimo pezzo di Fubini sul Corriere della Sera) l’informazione moderna sa fare per lo più resoconti scandalistici, in fin dei conti soltanto apparentemente dissimili dai plastici di Vespa. E gli intellettuali progressisti? Figuriamoci, concentrati a parlare dell’accoglienza ad ogni costo si sono trasformati nei migliori alleati del sistema, quel sistema che impoverisce il sud Italia, la Grecia o l’Africa nello stesso identico modo: con il primato della finanza sulla politica, con la corruzione (o cooptazione o con grandi consulenze) delle classi dirigenti, con le guerre d’invasione, siano esse portate avanti dai droni o dalle politiche turbo-capitaliste del Fondo Monetario Internazionale, covo di strozzini in giacca e cravatta.

Le politiche di austerità hanno costretto la Grecia (complice lo scarso coraggio dei suoi politici) a tagliare in maniera pesantissima lo stato sociale. Con l’ultima manovra imposta da Bruxelles sono stati tagliati 34 milioni di euro all’aera di sorveglianza anti-incendio. Conseguenze? Meno mezzi e meno uomini.

Negli ultimi anni la Grecia ha perso mezzo milioni di abitanti, alcuni saranno scomparsi, tanti sono fuggiti. Ma questi nuovi migranti interessano poco, anche perché con loro la frase “scappano dalla guerra” sarebbe pericoloso pronunciarla. Gli intellettuali garanti del sistema dovrebbero poi spiegarci di che guerra si tratta, chi la sta conducendo e con quali mezzi e per molti di loro ciò significherebbe pestare i piedi ai datori di lavoro.

Il primato della finanza sulla politica e la neo-colonizzazione portata avanti dagli sfruttatori moderni che utilizzano l’arma del debito per privatizzare tutto ciò che incontrano sta mietendo vittime su vittime. In Grecia, in Italia, in Messico, in Congo.

Quando il mondo reale ci indica ogni giorno i responsabili delle catastrofi, gli intellettuali servi parlano soltanto di accoglienza…

P.S. Mi auguro che il nostro Ministro dell’economia valuti attentamente i risultati dell’ubbidienza ad ogni costo all’Europa!

. Eppure i cadaveri sono ancora caldi. Così funziona la comunicazione moderna: immagini di devastazione sparate qua e là, conta dei morti, frasi di circostanza di qualche politico e poi via, si volta pagina. “The show must go on” e con esso devono continuare ad imperversare gli stessi personaggi che sono responsabili di una miriade di disastri ma che rischiano poco dai consigli di amministrazione di quelle banche d’affari che hanno ormai sostituito la democrazia (e qualcuno osa scandalizzarsi per le frasi di Davide Casaleggio sul Parlamento e la democrazia diretta…ipocriti!).

Chi ha appiccato gli incendi è uno sporco assassino che dovrebbe passare il resto dei suoi giorni in una cella ma chi, pur non essendo esecutore materiale, ha la coscienza sporca sull’ennesima distruzione della Grecia dovrebbe, quantomeno, essere indicato dalla stampa, questo per prevenire tragedie future.

E invece no, salvo rare eccezioni (ottimo pezzo di Fubini sul Corriere della Sera) l’informazione moderna sa fare per lo più resoconti scandalistici, in fin dei conti soltanto apparentemente dissimili dai plastici di Vespa. E gli intellettuali progressisti? Figuriamoci, concentrati a parlare dell’accoglienza ad ogni costo si sono trasformati nei migliori alleati del sistema, quel sistema che impoverisce il sud Italia, la Grecia o l’Africa nello stesso identico modo: con il primato della finanza sulla politica, con la corruzione (o cooptazione o con grandi consulenze) delle classi dirigenti, con le guerre d’invasione, siano esse portate avanti dai droni o dalle politiche turbo-capitaliste del Fondo Monetario Internazionale, covo di strozzini in giacca e cravatta.

Le politiche di austerità hanno costretto la Grecia (complice lo scarso coraggio dei suoi politici) a tagliare in maniera pesantissima lo stato sociale. Con l’ultima manovra imposta da Bruxelles sono stati tagliati 34 milioni di euro all’aera di sorveglianza anti-incendio. Conseguenze? Meno mezzi e meno uomini.

Negli ultimi anni la Grecia ha perso mezzo milioni di abitanti, alcuni saranno scomparsi, tanti sono fuggiti. Ma questi nuovi migranti interessano poco, anche perché con loro la frase “scappano dalla guerra” sarebbe pericoloso pronunciarla. Gli intellettuali garanti del sistema dovrebbero poi spiegarci di che guerra si tratta, chi la sta conducendo e con quali mezzi e per molti di loro ciò significherebbe pestare i piedi ai datori di lavoro.

Il primato della finanza sulla politica e la neo-colonizzazione portata avanti dagli sfruttatori moderni che utilizzano l’arma del debito per privatizzare tutto ciò che incontrano sta mietendo vittime su vittime. In Grecia, in Italia, in Messico, in Congo.

Quando il mondo reale ci indica ogni giorno i responsabili delle catastrofi, gli intellettuali servi parlano soltanto di accoglienza…

P.S. Mi auguro che il nostro Ministro dell’economia valuti attentamente i risultati dell’ubbidienza ad ogni costo all’Europa!

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