ANGUILLARA – PARLAMENTARIE PD: UNA PROVINCIA INGRATA



I dati nazionali si rispecchiano anche nella Provincia di Roma dove l’affluenza alle urne continua a consolidare record negativi. Una disaffezione che colpisce indistintamente tutti, anche quelli che storicamente sono sempre stati i più pronti a fare massa critica.
Qualche delusione per fiducia mal riposta?
Se fosse così, come risposta sarebbe legittimo parafrasare il cupo poeta di Recanati declamando:

O Provincia, o Provincia,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Il richiamo al poeta marchigiano ci viene in mente forse perché pensavamo che dopo cinque anni di vita politica tra gli scranni della Provincia di Roma, il candidato sabatino Minnucci avrebbe potuto consolidare qualche consenso in più di quanto invece non abbia saputo raccogliere, soprattutto nella sua città d’origine.
Dai dati in nostro possesso, poco più di cinquecento elettori si sono presentati alle urne sabatine.

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Anche se consideriamo che gli aventi diritto erano limitati a quelli che avevano recentemente votato per la leadership della sinistra e gli iscritti al partito almeno dal 2011 con le quote di iscrizione in regola, resta secondo noi un’affluenza abbastanza compressa, e se anche imputabile al periodo natalizio, qualche riflessione dovrebbe pure stimolarla. Soprattutto in chi pensava di poter contare sui propri concittadini di sinistra per il proprio futuro politico.

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Alla presunta ingratitudine istituzionale cui facciamo accenno nel nostro titolo, potrebbe però fare da contraltare quella degli elettori di sinistra le cui aspettative evidentemente, si sono rivelate eccessive.
E allora bisogna dar ragione al libertino scrittore francese Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Evremond che affermava: “Ci sono assai meno ingrati di quanti si creda, perché ci sono assai meno generosi di quanti si pensi”, per cui, quando si arriva al momento della verità, è inevitabile che si raccolga solo quanto si è seminato, piaccia o non piaccia.
Non vogliamo nemmeno ipotizzare che qualche volta “fare il passo più lungo della propria gamba” non consente di superare fossi troppo larghi, perché questo vorrebbe dire tentare di analizzare i motivi di una raccolta voti non esaltante, una raccolta che allo stato attuale non sembra garantire al candidato sabatino la sicurezza dell’accesso al Parlamento italiano.
Nessuna improbabile analisi quindi, ci accontenteremo di fornire solo scarni dati di cronaca come la tabella che segue (*) e che raffronta i risultati dei candidati nell’ambito provinciale e comunale.

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Abbastanza eclatante il risultato di Bruno Astorre che sfila al candidato sabatino ben 170 preferenze nonostante sia stato recentemente accusato, quale ex Vice Presidente del Consiglio regionale, di non aver saputo vigilare sugli scempi di personaggi come “er Batman de noantri”.

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Il risultato di Astorre ha forse raccolto meno di quanto si aspettavano i suoi supporters locali, ma sembra denunciare come la locale sezione del PD contenga più anime di quello che si poteva ipotizzare, e non tutte grate evidentemente, all’attivismo degli ultimi anni dell’autoctono Emiliano Minnucci.
Se così non fosse verrebbe da pensare che “L’ingratitudine è un modo come un altro per pagare i debiti. Ed è il preferito perché costa meno”.
Nessun tentativo di analisi partitica da parte nostra, l’abbiamo detto, ma una profonda riflessione da parte di qualcuno crediamo sarebbe più che opportuna.

Renato Magrelli

(*)  http://www.repubblica.it/static/speciale/2012/primarie-parlamentari-pd/risultati/province/roma_provincia.html#risultati [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7314/” title=”7314″]

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