Riceviamo e pubblichiamo:
“La giornata della memoria delle Foibe e dell’esodo della popolazione istriana e giuliano-dalmata, deve essere occasione di riflessione e non di scontro ideologico. La storia va infatti ricostruita nella sua interezza senza strumentalizzazioni. Diversamente, il messaggio di questa giornata importante, sulle conseguenze dei vortici di odio, sarebbe depotenziato e incompleto. La memoria deve infatti servire a restituire giustizia alle vittime, attraverso la verità, e a non far ripetere errori passati. Purtroppo aggressioni verbali, come quella del consigliere de La Destra Buontempo, dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga. Nessun atteggiamento revisionista e strumentale può infatti cancellare il fatto che durante la prima metà del ‘900 i due nazionalismi, slavo e italiano, fomentarono l’odio e lo scontro, che il fascismo perseguitò gli slavi, perseguendo una impossibile ed ingiusta “italianizzazione”. Furono trattati da esseri inferiori: un corpo estraneo da combattere; una tendenza che si esasperò durante la guerra, con l’occupazione militare italiana e Lubiana divenuta provincia italiana. Villaggi bruciati, 2000 civili fucilati, 100.000 deportati in campi di concentramento italiani. Tutto ciò giustifica le foibe e la pulizia etnica? Assolutamente no.
Furono atti di una ferocia incredibile, un orrore che oggi è indispensabile ricordare. Però è importante che anche il contesto trovi un suo spazio nella memoria; un contesto che purtroppo richiama le responsabilità storiche del Fascismo”.
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