Oriolo: il Comune mette a disposizione un pullman per la “Race for the cure”



Anche Oriolo Romano prenderà parte, il 17 maggio prossimo, alle terme di Caracalla, alla X edizione di “Race for the cure”: mini-maratona di 5 chilometri e una passeggiata di 2 chilometri per la lotta al cancro al seno, in cui donne colpite da tale malattia e operate saranno ben riconoscibili indossando una maglia e un cappellino rosa con cui lanceranno simbolicamente il messaggio che da esso si può guarire. Ultima tappa di un percorso di iniziative più lungo “iniziato” mercoledì 29 aprile scorso, presso la Biblioteca Comunale di Oriolo Romano, con un incontro col dott. Stefano Magno, senologo del Policlinico Gemelli, sulla prevenzione del tumore al seno.
«È meglio parlare di salute del seno più che di tumore al seno, perché molte donne che visitiamo non hanno e non avranno mai un cancro al seno», ha esordito in apertura dell’incontro il dott. Magno. «Il tumore al seno, se preso in tempo, si può sconfiggere, ma il seno è un organo estremamente a rischio e il tumore al seno è un problema sociale». Infatti, ha informato il senologo, questo tipo di cancro colpisce 1 donna su 10. È la prima causa di morte per le donne sopra i 45 anni e la seconda, dopo le malattie cardiache, per tutte coloro che hanno più di 50 anni. Con maggiore incidenza nel Nord Italia più che al Sud.
Comunque, se è vero che sempre più donne si ammalano (sono 37.000 solo in Italia), altrettanto vero è il fatto che sempre di più ne guariscono. L’indice di mortalità infatti è sceso molto grazie ai progressi degli ultimi decenni fatti in tema di misure diagnostiche e chirurgiche. Il problema principale, però, è che non c’è una causa scatenante in questo tipo di cancro, ma solo fattori di rischio quali l’età (più si avanza con gli anni più questo cresce); la familiarità (ovvero 2 o più casi in famiglia, e contano soprattutto quelli maschili, più rari, ma per questo più significanti: solo l’1% degli uomini ne viene colpito); il fatto di non aver allattato perché «L’allattamento è una forma di protezione», ha precisato il dott Magno; aver avuto la prima mestruazione in età precoce e l’ultima in età avanzata; avere avuto l’ultima gravidanza in età tarda.
Ma fondamentali sono la prevenzione e la cura del corpo, soprattutto l’auto-palpazione, anche sotto la doccia, per individuare i noduli prima che abbiano una dimensione superiore ai 5 centimetri, circostanza in cui la sopravvivenza è scarsa. Da non dimenticare ovviamente le visite specialistiche periodiche e gli esami diagnostici come la mammografia. 
Senza informazione, però, non può esserci prevenzione; così vengono organizzati incontri come questo, per il terzo anno consecutivo a Oriolo, per varie categorie in 83 città d’Italia. Inoltre, associazioni come la Susan G. Komen Italia (nata negli anni Ottanta in America e arrivata nel nostro Paese nel 2000), allestiscono villaggi della prevenzione, ovvero ospedali ambulanti, soprattutto per donne disagiate, che offrono prestazioni gratuite (il referto è immediato) e facilitano l’accesso ai centri diagnostici dove gli esami sono di migliore qualità e i tempi d’attesa minori. Generalmente essi hanno luogo prima della maratona di Roma, che riscuote sempre più successo (dalla prima del 2000 la partecipazione è aumentata di 7 volte; tanto che anche a Bari e Bologna sono sorti eventi simili). Ad essa parteciperà anche Oriolo con un pullman messo a disposizione dal Comune. L’invito a partecipare è forte, tanto che l’assessore alle Politiche Sociali di Oriolo, Ugo Bettarelli, ha detto: «Stimolate ad andare alla maratona, a testimonianza che questo è un problema a cui tutti siamo sensibili».
“Race for the cure”, infatti, è l’evento più importante in tema di raccolta fondi, che «Ha cambiato l’atteggiamento socio-culturale nell’affrontare la malattia», ha affermato il dott. Magno. I fondi raccolti sono utilizzati, su tutto il territorio nazionale, per l’acquisto di attrezzature diagnostiche e per programmi di educazione, di aggiornamento degli operatori sanitari e di riabilitazione delle donne operate.
E dal grande impatto emotivo, come racconta la sig.ra A. D.: «La prima volta che ci sono andata c’era Elena Sofia Ricci come madrina e nemmeno me ne sono accorta» (quest’anno invece sarà la volta di Maria Grazia Cucinotta). Quest’ultima, poi, ha lanciato un appello da donna colpita da tale tumore: «Non vi nascondete né dietro la paura né la pigrizia. Avvicinatevi alla prevenzione e fate passa-parola. Io me ne sono accorta 4 anni fa sotto la doccia». Un’esperienza che «Ti cambia la vita da così a così», confessa il sig. F.B.
Infine da non dimenticare gli ambulatori gratuiti in loco come quello tenuto a Oriolo dal dott. Magno e dal dott. Franceschini una volta al mese, di grande utilità. Qui, infatti, ad esempio, su 65 donne visitate, sono stati diagnosticati 4 tumori maligni, 1 nodulo in fase pre-tumorale e 2 noduli benigni.

B. C.

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