COMUNICATO STAMPA
Il Consiglio provinciale di Roma contro la privatizzazione dell’acqua. Con una mozione unitaria presentata dal presidente della Commissione Ambiente Alberto Flisio (Pd), dal vicepresidente della Commissione Gianluca Peciola (SL), dai consiglieri Roberta Agostini (Pd) e Ugo Onorati (Gruppo Misto), il Consiglio provinciale impegna il Presidente e la Giunta a chiedere alla Regione Lazio di avanzare ricorso presso la Corte Costituzionale contro il decreto Ronchi, approvato dal Parlamento.
Per Agostini e Filisio: «L’acqua è un bene di tutti, un diritto fondamentale e non sono accettabili logiche mercantili. I sistemi di gestione dell’intero ciclo dell’acqua sono infatti ‘monopoli naturali’, nei quali cioè non è possibile, per l’unicità di risorsa e infrastrutture, introdurre forme di concorrenza tra operatori. L’accesso all’acqua deve perciò essere garantito a tutti, soprattutto alle fasce più svantaggiate economicamente e socialmente. Laddove è stata già privatizzata, i costi per l’acqua sono invece aumentati del 40% a carico dei cittadini”.
“Con questa mozione – sottolinea Peciola – la Provincia di Roma dà un segnale al Governo, che invece di mettere in atto serie politiche per fronteggiare una crisi economica che colpisce sempre più famiglie, continua a scegliere di aprire le porte agli speculatori. L’acqua è un bene comune e indispensabile e non può diventare un prodotto per fare business. La nuova legge, che non rispetta nemeno le indicazioni europee – ribadisce – piuttosto che tutelare il carattere pubblico della proprietà e della gestione delle risorse idriche, prepara invece il terreno per un rialzo delle tariffe. “Questa è una legge anticostituzionale e deve essere abrogata – conclude Onorati che annuncia: “la mozione prevede comunque anche l’impegno a condurre un’ampia campagna d’informazione, attraverso incontri pubblici e manifestazioni, sul tema dell’acqua come bene pubblico e, nel caso non ci fosse un ripensamento da parte del Governo, intendiamo adoperarci per la raccolta delle firme necessarie ad indire un referendum abrogativo”.
Per Agostini e Filisio: «L’acqua è un bene di tutti, un diritto fondamentale e non sono accettabili logiche mercantili. I sistemi di gestione dell’intero ciclo dell’acqua sono infatti ‘monopoli naturali’, nei quali cioè non è possibile, per l’unicità di risorsa e infrastrutture, introdurre forme di concorrenza tra operatori. L’accesso all’acqua deve perciò essere garantito a tutti, soprattutto alle fasce più svantaggiate economicamente e socialmente. Laddove è stata già privatizzata, i costi per l’acqua sono invece aumentati del 40% a carico dei cittadini”.
“Con questa mozione – sottolinea Peciola – la Provincia di Roma dà un segnale al Governo, che invece di mettere in atto serie politiche per fronteggiare una crisi economica che colpisce sempre più famiglie, continua a scegliere di aprire le porte agli speculatori. L’acqua è un bene comune e indispensabile e non può diventare un prodotto per fare business. La nuova legge, che non rispetta nemeno le indicazioni europee – ribadisce – piuttosto che tutelare il carattere pubblico della proprietà e della gestione delle risorse idriche, prepara invece il terreno per un rialzo delle tariffe. “Questa è una legge anticostituzionale e deve essere abrogata – conclude Onorati che annuncia: “la mozione prevede comunque anche l’impegno a condurre un’ampia campagna d’informazione, attraverso incontri pubblici e manifestazioni, sul tema dell’acqua come bene pubblico e, nel caso non ci fosse un ripensamento da parte del Governo, intendiamo adoperarci per la raccolta delle firme necessarie ad indire un referendum abrogativo”.
Ufficio stampa PD Provincia
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