Dal 1° ottobre scatta il fermo biologico nel Tirreno, nello Ionio e nelle isole, che durerà fino al 30 ottobre e riguarderà tutto il sistema della pesca a strascico. Lo rende noto Coldiretti Pesca, sottolineando che, nonostante la sospensione, sulle tavole italiane non mancherà il pesce nazionale grazie al contributo della piccola pesca costiera, delle draghe, dell’acquacoltura e delle zone non soggette a fermo.
Nel frattempo, dopo il blocco estivo, le marinerie dell’Adriatico hanno ripreso regolarmente le attività.
Pesce estero in crescita: +90% in 40 anni
Negli ultimi 40 anni la dipendenza dell’Italia dall’importazione è passata dal 30% al 90% dei consumi complessivi. Nel solo 2024 sono arrivati in Italia circa 840 milioni di chili di pesce straniero, a fronte di una produzione nazionale di circa 130 milioni di chili.
Per Coldiretti Pesca, è fondamentale leggere con attenzione le etichette al banco e privilegiare il pescato italiano, spesso nascosto dietro sigle poco comprensibili come “FAO 37” al posto della semplice dicitura “Italia”.
La stagionalità come bussola
Un altro strumento utile per riconoscere il pesce italiano è seguire la stagionalità. In questo periodo i mari italiani offrono alici, sarde, sgombri, sugarelli, ricciole, cefali, triglie di fango e di scoglio, gallinelle, scorfani, seppie, calamari e polpi. Al contrario, specie come merluzzi, naselli, sogliole e rombi sono meno presenti e più facilmente importate.
“Seguire etichette e stagionalità significa valorizzare il pescato nazionale, sostenere la filiera italiana, tutelare la biodiversità marina e contribuire a un consumo più consapevole” evidenzia Coldiretti Pesca.
Le sfide per la flotta italiana
Il fermo pesca arriva in una fase delicata per la Flotta Italia, aggravata dai tagli annunciati ai fondi europei della PCP. In un recente incontro con il Commissario Ue alla Pesca Kadis, Coldiretti Pesca ha ribadito la necessità di:
sostenere il ricambio generazionale,
aprire i “corridoi blu” per facilitare l’ingresso di nuovi lavoratori,
incentivare il rinnovo e la decarbonizzazione della flotta,
aggiornare il piano West Med con regole basate su dati scientifici ed economici,
rivedere il regolamento europeo sui controlli e le sanzioni.
FAQ
Quando scatta il fermo pesca? Dal 1° ottobre al 30 ottobre, nel Tirreno, nello Ionio e nelle isole, per la pesca a strascico.
Il pesce italiano mancherà dalle tavole? No, sarà garantito da piccola pesca, acquacoltura e zone non interessate dal fermo.
Come riconoscere il pesce italiano? Controllando l’etichetta (cercando la dicitura “Italia” o la zona FAO 37) e seguendo la stagionalità.
Quanto dipende l’Italia dal pesce estero? Oggi il 90% dei consumi complessivi viene da importazioni.
Quali specie sono tipiche di questo periodo nei mari italiani? Alici, sarde, sgombri, sugarelli, ricciole, cefali, triglie, gallinelle, scorfani, seppie, calamari e polpi.