È comprensibile che il nostro presidente del Consiglio si senta su un ottovolante, riconosco da avversaria quanto sia complesso guidare un Paese.
Con umiltà
Umilmente, la invito ad immaginare, però, altri ottovolanti che fanno attraversare percorsi ben più ripidi per quando dovrà stabilire le priorità della prossima legge di bilancio. Priorità che, sia chiaro, tanti altri suoi predecessori non hanno considerato.
Immagini un padre di famiglia, con un paio di figli adolescenti che tira avanti con uno stipendio intorno ai mille euro. Ad un certo punto, quest’uomo di mezza età che deve spaccare i soldi in quattro per farseli bastare, sente che nel suo corpo qualcosa non va. Allora, consulta il suo medico di famiglia che lo invita a fare una visita specialistica. Cerca, quindi, di prendere un appuntamento ma la prima data utile è quasi tra due anni. E ora? Che si fa? Se si aspetta, si rischia che sia troppo tardi ma l’alternativa costa 150 euro ma poi? Se lo specialista chiede delle analisi siamo punto e a capo e quei 150 euro diventano 300. Che si fa? Angoscia e rabbia. Rabbia perché l’uomo di mezza età paga le tasse sullo stipendio, su tutti gli acquisti con l’IVA e via dicendo e vorrebbe non doversi sentire compresso tra l’angoscia della paura di essere malato e quella di non avere soldi per curarsi.
Che si fa? Niente, 300 euro son troppi
Ci sono i libri da comprare, le scarpe e poi qualcosina a sti ragazzi si deve pur concedere alla loro età. Vengono prima i figli e poi i padri. Si aspetta e si gioca al terribile giorno della roulette russa. E poi si vedrà che magari non è niente di grave. Magari…Non si dice niente a nessuno e si aspetta.
I retroscena parlano di ulteriori tagli alla sanità.
Non lo faccia, Presidente, si metta la mano sulla coscienza e immagini i giri su questi tragici ottovolanti.
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