“Grand Final” della sonda Cassini-Huygens, missione finita il 15 settembre

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Il 15 settembre scorso con il Grand Final si è conclusa un’avventura iniziata 20 anni fa. Infatti la sonda Cassini, della missione congiunta ESA, NASA e ASI,
l’Agenzia Spaziale Italiana, partita il 15 ottobre 1997 a bordo di un razzo Titan, ha terminato la sua vita operativa tuffandosi nell’atmosfera di Saturno
e divenendo per qualche tempo l’analogo di una stella cadente, come quelle che vediamo nei nostri cieli.

Insieme alla Cassini, partì anche un lander, Huygens.
La sonda Cassini è stata dedicata alla memoria dello scienziato italiano Gian Domenico Cassini che osservò, tra i primi, Saturno scoprendo la divisione tra gli anelli
che porta il suo nome e individuando 4 satelliti del pianeta.
Il lander, invece, portava il nome dello scienziato olandese Christian Huygens che gettò le basi della teoria ondulatoria della luce e scoprì il satellite di Saturno Titano.

Dopo due flybys, la tecnica usata per far acquistare ad una sonda interplanetaria velocità, con Venere e Giove, la sonda Cassini arrivò nei pressi del pianeta Saturno, iniziando la sua parte operativa con una serie di splendide fotografie e di una memorabile raccolta dati con i numerosi strumenti di cui era dotata.
Ma non solo. Con l’arrivo della sonda nei pressi di Saturno, iniziò anche una missione senza precedenti che ha portato un oggetto costruito dall’uomo
ad atterrare su un corpo celeste posto oltre la fascia degli asteroidi, la fascia posta tra Marte e Giove.

GRAND FINAL: L’ATTERRAGGIO SU TITANO DELLO HUYGENS

Infatti, il lander Huygens si staccò dalla Cassini per iniziare la procedura di atterraggio sul satellite Titano.
Il 14 gennaio 2005, il lander ha toccato il suolo solido di questo satellite inviando straordinarie fotografie e mostrando un mondo fatto di rocce simile ai nostri deserti. Qualche anno dopo, durante le sue orbite, Cassini individuerà su Titano laghi di idrocarburi, come metano ed etano, del tutto simili ai nostri laghi fatti però di acqua.

Questa non è stata l’unica scoperta compiuta dalla sonda. Tra le altre, è migliorata la conoscenza della struttura degli anelli e dei satelliti del pianeta,
rivelando e dando spiegazione ad alcuni aspetti peculiari delle loro superfici e sono state osservate, e studiate, delle tempeste nell’atmosfera di Saturno,
solo per citarne alcune.

Su uno dei poli del pianeta, inoltre, è stata fotografata un’insolita struttura esagonale che ha destato l’interesse degli scienziati,
struttura del tutto spiegabile con il moto dei fluidi che costituiscono l’atmosfera di Saturno.

Grosse sorprese si sono avute, invece, studiando il satellite ghiacciato Encelado. Qui, sono stati osservati enormi geyser che hanno rivelato, tra l’altro,
la presenza di acqua e, addirittura, di un oceano liquido sotto la superficie. L’individuazione di questo oceano, in contatto con il nucleo roccioso del satellite,
ha fatto annunciare alla Nasa che Encelado potrebbe essere il posto del Sistema Solare più probabile ad ospitare forme di vita.

Dopo oltre una dozzina di anni di osservazioni e scoperte, avvicinandosi alla fine della vita operativa, i gestori della missione hanno deciso di distruggere
la sonda in una modalità tale da prevenire qualsiasi contaminazione biologica con questo nuovo ambiente, ma sfruttando la cosa per una irripetibile raccolta di dati.

IL GRAND FINAL

La fase del Grand Final è, dunque, consistita in una serie di manovre azzardate che hanno portato la sonda ad orbitare tra l’alta atmosfera del pianeta e il bordo dell’anello più interno, una regione altrimenti inaccessibile, dove gli strumenti ancora funzionanti hanno continuato ad inviare a Terra dati preziosi.
Come ultimo atto, la Cassini è penetrata nell’atmosfera dei Saturno, bruciando e disperdendosi nell’immenso  ambiente gassoso che circonda il pianeta.
L’ultimo segnale è stato raccolto alle 7.55 (ora degli Stati Uniti) del 15 settembre 2017.
La missione è durata venti anni, venti anni di successi che hanno notevolmente aumentato le  conoscenze di questi mondi lontani.
Un Grand Final che ci ha svelato davvero molto.

Vincenzo Gagliarducci dell’osservatorio astronomico di Gorga

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Informazioni su Samantha Lombardi 6436 Articoli
Samantha Lombardi è un archeologa, laureata in Archeologia e Storia dell'Arte del Mondo Antico e dell'Oriente. Cura un sito che parla del patrimonio artistico (www.ilpatrimonioartistico.it), collabora con l'Ass. Cul. Il Consiglio Archeologico ed è addetta stampa dell'Ass. di Rievocazione Storica CVLTVS DEORVM. Dal maggio del 2014 collabora con Il tabloid.it

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