
Non essendo ancora possibile una tariffazione del tipo: “più inquini, più paghi”, perché il contratto stipulato tra il Comune e il consorzio CNS (dall’allora vicesindaco f.f. Paolessi), non prevedendo la raccolta dei rifiuti porta a porta su tutto il territorio comunale, non consente di poter operare con tale modalità, si è cercato di equilibrare certe iniquità che col vecchio sistema (basato esclusivamente sulla superfice dell’abitazione o del locale commerciale) erano la normalità.
Il totale degli introiti della nuova tariffazione è maggiore rispetto a quanto incassato lo scorso anno, poiché con la nuova normativa il costo del servizio deve essere coperto esclusivamente dalla tassa, mentre fino allo scorso anno era possibile per i comuni contribuire con fondi presi dalla fiscalità generale. Il Comune di Anguillara copriva il 93% del costo, per cui si avrà un aumento del 7% circa. Inoltre le eventuali riduzioni o agevolazioni per situazioni particolari, devono essere finanziate con risorse diverse dalla Tares.
Le principali variazioni introdotte con la Tares sono due, una per le utenze domestiche, e una per le utenze non domestiche. Nel primo caso la nuova tariffa si compone di due parti, una fissa legata, come la Tarsu, alla superfice della casa (e comunque in piccola parte indicizzata col numero di persone che la occupano), l’altra parte, variabile, dipende dal numero di componenti del nucleo familiare. In questo modo un appartamento di cento metri quadri (che fino allo scorso anno aveva una tassa di 308 euro), vedrà un pagamento di 273 euro, se abitata da una persona (di cui trenta servono a coprire la maggiorazione per servizi indivisibili comunali, stabilita dalla legge che ha istituito la tariffa), mentre una famiglia di quattro persone vedrà la sua tariffa lievitare fino a circa 530 euro.
Analizzando la differenza tra i due sistemi di calcolo, chi più risparmia con la Tares sono i nuclei monofamiliari con case grandi, rispetto alle famiglie numerose con case piccole. Questa scelta, se da una parte può scontentare le ultime, che sono probabilmente composte da coloro che hanno meno disponibilità nel versare le tasse, risponde al principio del “più inquini più paghi”. Ma è davvero detto che una famiglia numerosa virtuosa inquini più di un single meno attento alle questioni ambientali? Non è possibile però, allo stato attuale, valutarlo, per cui il sistema utilizzato è un compromesso che cerca comunque di avvicinarsi a questa idea.
Discorso analogo può essere stabilito per le utenze non domestiche. Con la precedente tassazione attività commerciali molto diverse tra loro erano assimilate in un’unica aliquota basata sui metri quadri dell’esercizio. Nel nuovo sistema invece è stata determinata una tabella che attribuisce aliquote diverse a seconda dell’attività realizzata. Un negozio di ortofrutta (che produce molti rifiuti), paga più di un bar, molto più di un negozio di abbigliamento (che produce pochi rifiuti e prevalentemente differenziabili), e più ancora di un museo o un autosalone, che a fronte di grandi superfici espositive producono una quantità di rifiuti trascurabile.
Sempre a fronte di un locale di cento metri quadri, se precedentemente sia un ristorante che un negozio di abbigliamento pagavano una tassa di circa mille euro annuali, con la nuova regolamentazione un ristorante vedrà aumentata la sua quota a circa milleottocento euro, mentre un negozio di abbigliamento pagherà meno di seicento euro.
Il regolamento prevede inoltre una serie di agevolazioni, rivolte, per le utenze domestiche nei casi di invalidi, anziani e famiglie numerose, mentre per le utenze non domestiche, sono state previste agevolazioni del 10% per alcune categorie di esercizi principalmente agroalimentari (bar, pizzerie ecc.) e del 75% per i primi cinque anni di attività di nuovi locali commerciali posti all’interno del centro storico.
Nel caso delle utenze domestiche, per le famiglie con disabili, il limite di reddito di 18.000 euro per ottenere l’esenzione completa appare basso, forse (suggerimento per il futuro) sarebbe il caso di prevedere anche una riduzione con un limite maggiore. Interessante è invece la riduzione del 75% per i primi cinque anni di attività di nuovi locali commerciali posti all’interno del centro storico. Lo svuotamento delle vie centrali avviene da alcuni anni, questa misura non sarà sufficiente a invertire la tendenza, ma offre certamente un incentivo interessante.
A breve giungeranno agli utenti le bollette integrative per il saldo della Tares del 2013, e probabilmente molti utenti saranno scontenti della nuova regolamentazione. Se questa però riuscirà a creare un sistema più equo (e noi, come organo di stampa saremo qui a verificare che ciò sia così), potrebbe essere un giusto sacrificio.
Silvio Rossi
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