
“Con la Delibera votata oggi in Giunta abbiamo deciso di dare un altro importante segnale ai nostri concittadini, già colpiti in un momento non certo facile da un’imposta che riteniamo davvero gravosa e che il Governo Monti ha calato dall’alto con il beneplacito bipartisan di PD e PDL”. Lo ha detto Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri, annunciando alla cittadinanza la proroga delle scadenze previste per la nuova imposta sui rifiuti solidi urbani che ha sostituito la vecchia Tarsu.
“La nuova scadenza – ha spiegato il Sindaco Pascucci – slitterà dal 30 settembre al 29 novembre, quindi a circa due mesi di distanza da quella precedentemente prevista. Per questa data sarà possibile sia versare la 2^ rata, che effettuare il versamento in soluzione unica. Significa che chiunque non avesse già pagato la 1^ rata entro il 31 agosto, potrà versare in un’unica soluzione le due rate e senza alcun onere aggiuntivo”.
“Resta invece fissato al 31 dicembre – ha aggiunto Giuseppe Zito, Vicesindaco di Cerveteri e Assessore alla Programmazione economico-finanziaria – la 3^ rata in cui si dovrà corrispondere la sola maggiorazione di € 0,30 per mq relativa i cosiddetti ‘servizi indivisibili’, quota che, sia chiaro, non sarà incamerata dal Comune di Cerveteri bensì direttamente dallo Stato”.
“Con l’introduzione della Tares – ha proseguito il Vicesindaco Zito – i cittadini hanno assistito ad un aumento pressoché generalizzato del tributo, e questo nonostante la nostra Amministrazione comunale abbia scelto di adottare i coefficienti minimi per quantificare i kilogrammi di rifiuti prodotti per unità di superficie. In effetti, questa nuova modalità di calcolo impone maggiori oneri alle tipologie commerciali (quali ad esempio bar, ristoranti e banchi del mercato di generi alimentari) che, a parità di superficie, hanno una produzione potenziale di rifiuti maggiore rispetto ad altre. Questo avviene perché per il calcolo del tributo dovuto si applica il cosiddetto “metodo normalizzato”, che utilizza dei coefficienti di produttività potenziali introdotti dal Decreto Ronchi (D.P.R. 158/99) che prende a riferimento la quantità di rifiuti prodotti da ciascuna attività economica in un mercato assai differente da quello attuale. Questo metodo di calcolo, infatti, non tiene conto dell’effettiva mole di lavoro delle imprese, in questo momento di calo vertiginoso dei consumi causato della mancanza di redditi nelle famiglie”.
“L’altro motivo – ha illustrato Zito – per cui la Tares ha comportato un aumento rispetto alla Tarsu è che introduce l’obbligo della copertura integrale dei costi di gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti urbani. Nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani, così come nel nostro, infatti, l’80% del costo del servizio era coperto dai cittadini attraverso la Tarsu mentre il restante 20% era a carico del bilancio comunale. Oggi invece la legge obbliga i Comuni a coprire tutti i costi del servizio attraverso il nuovo tributo. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di rimandare di poche settimane l’estensione del “porta a porta” su tutto il territorio: riteniamo indispensabile prevedere l’introduzione di un sistema di misurazione puntuale, affinché i cittadini paghino per la quantità di rifiuti effettivamente prodotta. Un sistema che quindi vuole incentivare e premiare i comportamenti ‘virtuosi’ e favorire la riduzione dei rifiuti conferiti dal Comune, a carissimo prezzo, in discarica”.
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