CERENOVA – UN’OASI DI…FELICITA’ O DI SPORCIZIA?



“Roma pulita dipende anche da te”. Così affermava, sui cartelloni pubblicitari, un vecchio spot figlio di una passata campagna elettorale che richiamava tutti ad un maggior senso civico, ammonendo idealmente gli abitanti della capitale, rei di essere poco rispettosi nei confronti della propria città. Eternamente bella, ma perennemente vittima di un’ illogica maleducazione igienica: un vezzo di molte persone abituate a mutuare i marciapiedi con gli appositi cestini della spazzatura. Già l’ immondizia, protagonista delle cronache- il riferimento al momento che sta attraversando Napoli, con annesse zone limitrofe, appare scontato ed evidente- è una piaga atavica che ci porteremo per anni, in ogni luogo. Purtroppo tutto il mondo è paese e ciò che accade nelle metropoli succede in ogni dove. A pochi km da Roma, esattamente al 43esimo km dell’ Aurelia un cartello ci indica l’ entrata a Cerenova o Marina di Cerveteri. Cittadina marittima, di 12.000 mila anime in inverno e quasi 35.000 d’estate. Meta vacanziera storica, tappa fissa per chi ama il verde ed il mare: una sorta di piccola oasi senza pretese ma molto accogliente. Davvero, ospitale. Forse troppo. Ogni week- end il lungomare cerenovense è teatro di un vero e proprio scempio igienico ed a farne le spese, oltre ai civili bagnanti, è proprio la spiaggia. Camper ovunque, senza divieto alcuno, parcheggiano bellamente ad un passo- e non è un eufemismo- dal bagnasciuga. La situazione è insostenibile, la spazzatura è ovunque, i bagnanti, quelli amanti dell’ ‘eco/ rispetto”, per gettare una semplice bottiglietta in plastica, si vedono costretti a fare metri e metri a piedi prima di trovare un cestino vuoto. Poiché quelli più prossimi sono zeppi di tutto, anche di pentole (!), talmente pieni tanto da creare altri cestini di sola spazzatura: un’ opera artistica di sole gozzoviglie. I camper stazionano con assoluta libertà tanto da far sembrare il lungomare un campo-rom privo di regole; inoltre l’imperversante afa “obbliga” i proprietari di molti caravan- in barba al protocollo di Kyoto…- a tenere ore ed ore accesi i motori per usufruire dell’ aria condizionata: affumicando letteralmente l’ altrui rilassatezza. “E’ una situazione assurda – dicono Giulio ed Alessandra sotto l’ ombra del loro ombrellone- ogni domenica è la stessa storia, è difficile anche parcheggiare: già siamo in tanti, poi con tutti questi camper è impossibile venire al mare.” Il malcontento delle persone cresce a dismisura ed Ezio, un signore arzillo, vuol dire la sua: “ Io sono anni che vengo qui, avendo comprato un villino nel 1979, ma negl’ ultimi tempi non si può più stare. Basta, preferisco rimanere nella mia piscina condominiale ed aspettare che arrivi Settembre sperando di non trovare nessun motore acceso e nessuna padella in mare…”. Anche Paolo e Marcella, ecologisti per diletto e per dovere, vogliono dire la loro: “quello della pulizia rimarrà un nodo complicato da sciogliere, le persone si dimenticano del prossimo e fanno come vogliono, qui a Campo di Mare, oltre ai classici problemi di educazione, dobbiamo fronteggiare anche i numerosi camper: diventa dura pensare di venire al mare!”. La gente quella che osserva, che rispetta e che tollera non è indifferente a questa specie di rom marittimo, chiede il perché non ci siano leggi che vietino ai caravan di campeggiare ai bordi della spiaggia, soprattutto pretendono di non odorare tubi di scappamento e di non trovare panni stesi sui tettini delle loro auto. Non desiderano altro: vorrebbero trasformare il loro week- end, la loro estate in un normale momento di spensieratezza. Vorrebbero passeggiare in totale tranquillità e non vagabondare alla ricerca di un cassonetto vuoto: introvabile nei paraggi poichè occupato da pentole e cotillon vari. Il “rom marittimo” non fa altro che aggiungersi all’ annoso problema del lungomare, da anni oggetto di una stucchevole querelle che ormai è datata ed usurante. Il lungomare di Cerenova necessita obbligatoriamente di un’ originalità che disintegri la fatiscenza che lo ha contraddistinto e lo contraddistingue, uno spazio così deve essere degno di novità, di pulizia, di verde che si affaccia e si rispecchi con l’ acqua. Del mare. L’ inettitudine delle persone deve smettere di agire in maniera scriteriata, il bene comune prescinde da semplici schemi che dovrebbero essere applicati senza difficoltà; inoltre Cerenova, così come altre realtà vacanziere, non può più rappresentare un grande contenitore in cui gettare qualsiasi rifiuto. Deve tornare ad essere quella per cui è nata, un’ oasi felice con un’ unica pretesa: la pulizia. E la pulizia dipende da noi.

Raffaele Caldarelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/4087/” title=”4087″]

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