VIGNA DI VALLE – BASE NAUTICA HYDRA: IL DNEM COMPLETA I CORSI DELL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA.

Il primo giorno di giugno, presso la base nautica dell’Hydra Ricerche di Vigna di Valle, circa sessanta tra corsisti della Scuola infermieri del San Camillo, infermieri e medici provenienti da diverse regioni, hanno partecipato ad un corso integrativo per la gestione delle emergenze in acqua.

“Il progetto di collaborazione con La Sapienza – ci dice Antonello Bentivegna – è iniziato con il DNEM/FISA Sub nel 2003 e ci vede una volta l’anno effettuare delle lezioni integrative al programma del secondo anno del corso di laurea breve per infermieri”.
Di cosa si tratta in pratica?
“Nel 2003 è nato il primo progetto in Italia che interessava il soccorso e l’emergenza anche in acque interne. Da allora, oltre ad alcune lezioni teoriche che teniamo presso il San Camillo, effettuiamo anche delle prove pratiche presso una piscina di Roma”.
Come mai allora oggi vi trovate a Vigna di Valle?
“I corsisti hanno già trascorso una giornata presso la base elicotterista del 118, per cui, d’accordo con il dott. Da Fre abbiamo pensato di organizzare presso questa sede anziché nel chiuso di una piscina, una giornata intera dedicata alle emergenze in acqua”.
Cosa è previsto durante la mattinata?
“Il corso prevede una prima parte teorica sui possibili traumi in acqua, le loro cause più frequenti e come si recupera quindi un traumatizzato dall’acqua. Forniremo anche alcune nozioni elementari relative all’acqua (correnti, onde, risacca), e sulle differenze della gestione di un paziente su onda e su frangente. Seguirà una serie di prove pratiche cui i corsisti parteciperanno a rotazione, suddivisi in squadre. Prenderanno quindi confidenza con la barella galleggiante che si utilizza per il recupero del traumatizzato, vedranno la complessità delle attrezzature di cui dispone un’idroambulanza, come è fatto un pontone da lavoro, apprenderanno le manovre migliori per avvicinare senza pericolo il traumatizzato da assistere, come usare i vari tipi di salvagente ed anche qualche fondamento sui tipi di nodi più usati a bordo”.
Il corso continua anche nel pomeriggio?
“All’interno del progetto relativo al soccorso in acqua, il DNEM ha recentemente elaborato un protocollo che da tempo viene usato in diversi centri operativi e che consente, in base ad una serie di domande mirate, di capire la tipologia e quindi la gravità dell’incidente. La base operativa di Viterbo lo usa già da due anni per la competenza che ha sul tratto di costa tra Civitavecchia e Tarquinia. Sarà quindi questo protocollo la materia da trattare nel pomeriggio unitamente ad ulteriori nozioni sugli incidenti da immersione”.

Su questa giornata di integrazione al corso di laurea, chiediamo al dottor Alessandro Da Fre (tutor del master in area critica) qualche informazione supplementare.
Quanti sono i corsisti che si iscrivono annualmente al triennio?
“In questo tipo di corso si iscrivono mediamente circa cento corsisti all’anno e se ne laureano una cinquantina. La risposta dei corsisti è estremamente positiva perché rappresenta un aspetto relativamente nuovo; basti pensare ad esempio quante sono le emergenze in mare in località come Lampedusa, dove la capitaneria di porto utilizza sulle loro imbarcazioni personale infermieristico in possesso di questa specializzazione
Qual è secondo Lei il livello di gradimento da parte dei corsisti?
“Gli studenti  hanno recepito molto positivamente questa parte dedicata ai traumi in acqua, tanto è vero che negli anni passati sono state presentate anche delle tesi di laurea su questa specificità. Movimentare e gestire un paziente in acqua è completamente diverso dal movimentarlo a terra in condizioni statiche, per cui questa giornata di pratica rappresenta un’ottima integrazione alla formazione sia di base durante il corso di laurea breve ,che nel post base durante il master in area critica. ”.
Gli studenti presenti oggi sono tutti allo stesso livello di studi?
“No, una quindicina frequentano già il terzo anno e quindi sono prossimi alla laurea, in più quest’anno abbiamo due dottoresse che stanno facendo la laurea specialistica in medicina d’urgenza, sempre della Prima Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università La Sapienza”.
Crede che questo tipo di corsi continuerà a svilupparsi?
“In città come Venezia, nelle isole, e comunque con più di 6 mila chilometri di coste è quasi indispensabile che la specializzazione infermieristica contenga questo tipo di formazione  che tra l’altro è molto apprezzata e richiesta da tutti gli iscritti al corso”.

Abbiamo trascorso anche noi mezza giornata con gli studenti de La Sapienza approfittando dell’ospitalità di Andrea Balestri e di Antonello Bentivegna, e mentre a bordo del pontone da lavoro cercavamo di memorizzare quello che veniva insegnato, ci godevamo la bellezza del lago e riflettevamo sul concetto di sviluppo del territorio per il quale l’impegno del DNEM e dell’HYDRA RICERCHE è certamente uno splendido esempio di concretezza.

Renato Magrelli

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