ANGUILLARA – MARTORIATI: “QUSTA CITTA’ E’ UN LUOGO SPECIALE CHE MI HA FATTO DIVENTARE QUELLO CHE SONO”.

OLTRE IL MURO 2009: IL VERNISSAGE DI MAURO MARTORIATI

Fino al 12 novembre presso la Galleria “Spazio Visivo” di Via Angelo Brunetti (Roma) sarà possibile ammirare il vernissage Di Mauro Martoriati : “Oltre il muro 2009”.
Una mostra che rientra nell’ambito della manifestazione che ricorda  la caduta del muro di Berlino.  Riconosciuto ed apprezzato artista delle avanguardie romane, in 20 anni di carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti e le sue opere si trovano in molte collezioni pubbliche e private tra le quali il “Museo Nazionale d’arte” di Kuala Lumpur (Malaysia), la Mediateca di Mouans Sartoux, in Francia, Brasile, in Paraguay e l’archivio della Quadriennale di Roma. Mauro Martoriati ha eseguito la realizzazione di un pannello-scultura , in ferro, rame e ceramica collocato nei nuovi giardini comunali della città di Anguillara Sabazia ed una scultura monumentale, “Il Guerriero”, costruita con del vecchio ferro, recuperato esclusivamente  nelle campagne e nelle cantine di Anguillara.
Qualche giorno fa lo abbiamo incontrato per intervistarlo e ne è nata una conversazione a briglia sciolta, o come avrebbe detto lui a cuore aperto.
L’intervista non si è svolta come si potrebbe pensare in uno studio, ma all’Osteria S. Ana, la seconda casa Mauro Martoriati. Un ambiente caldo e familiare che gli ha permesso di sentirsi a proprio agio e aprirsi fino in fondo.
Il Muro di Berlino è nato per impedire la fuga ed è il simbolo di una limitazione alle aspirazioni. Cosa vuol dire per lei andare oltre il muro?

“La società che ci circonda è fatta di ogni sorta di muri: c’è il muro sociale, quello dell’omertà e quello della diversità. La particolarità di ogni muro è però che può essere abbattuto, ebbene la mia arte è volta a fare questo.  Quando dipingo non voglio disegnare e basta, ma cerco di parlare alle persone di lanciare loro dei messaggi e perché no cercare di far aprire gli occhi su ciò che ci circonda. Con questi lavori credo di essere riuscito ad esprimere esattamente il mio modo di essere e di pensare”.
Lei è un artista molto versatile, sempre alla ricerca di volumetrie pittoriche e plastiche innovative, ha un tratto riconoscibile? Un colore predominante?
“Questo è probabilmente uno dei miei pregi o difetti … dipende dai punti di vista ! Non sono assolutamente riconoscibile, mi piace sperimentare e porto nelle mie opere tutte le mie emozioni.  L’unico filo conduttore che posso trovare in tutte le mie opere è l’essere umano, sono molto legato alla figura dell’uomo. Sicuramente il Nero è il mio colore predominante , poiché rappresenta la totalità dei colori. La prima cosa che faccio quando ho una tela davanti è ridipingerla di nero, in questo modo è come se annullassi tutto ciò che c’è stato prima, copro le antiche opere. Con il bianco non farei che ridisegnare le stesse cose, con il nero non si può fare, bisogna necessariamente reinventarsi, non ho bisogno di pensare, mi sento libero di poter ridare la luce dove non c’è più”.
Il muro in questa mostra è rappresentato da una grande tela lunga 11 metri e alta 2 in cui sono dipinte 18 persone reali. Non è un azzardo fare opere così imponenti?
“Quando ci si trova davanti alla mia tela si ha proprio l’impressione di trovarsi contro un muro, è d’impatto, colpisce, ed è quello che volevo ottenere. Ho immaginato quest’opera esattamente così, non penso assolutamente al lato commerciale, alla possibilità di poterla vendere, in un’altra dimensione avrebbe perso tutto il senso, sarebbe stato limitante.
Le persone rappresentate sulla tela sono reali e tutte di profilo, io ne ho disegnato i contorni, o meglio la loro ombra, in modo da rappresentare la massa”.
Perché dipingerle di profilo?
“Le persone di profilo non ti guardano, ti ignorano, ti isolano perché non sei come loro. L’osservatore si trova in questo modo davanti ad un muro, al muro dell’indifferenza e non puoi far altro che pensare”.
Quest’ultimo lavoro è stato chiamato “Espansioni” e utilizza come tecnica la vernice colata, cosa vuole rappresentare?
“L’arte per me è liberazione e non costrizione, per questo l’utilizzo della vernice colata mi permette di ripartire da zero, le colature vanno avanti e non ti consentono di tornare indietro e di riprendere i vecchi temi che ho già trattato, in questo modo si va Oltre… oltre la massa e oltre il muro”.
Alcune delle sue opere si trovano anche ad Anguillara che ricordi ha?
“Ho vissuto ad Anguillara per 12 anni e mi piacerebbe riportare lì molto presto i miei lavori. E’ un luogo speciale che mi ha fatto diventare quello che sono. Mi sento forse più Anguillarino che Anguillarese e spero presto di poter far apprezzare ancora una volta i miei lavori”.

Ida Di Grazia
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