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Siamo andati nel cantiere dell’Impresa ATI CORIM IMPIANTI /EXERGIA (l’ex consorzio agrario) per cercare di capire a che punto sono i lavori, ed abbiamo incontrato il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune, Domenico Di Donato, che molto gentilmente si è prestato a fornirci qualche informazione.
Innanzi tutto, di chi è l’edificio? Si dice che una parte del complesso sia stato ceduto a privati in cambio di lavori di ristrutturazione. E’ Così?
“Il progetto definitivo di riqualificazione dell’immobile è passato attraverso una serie di fasi: l’ultimo progetto che il Comune ha approvato e che risale all’ottobre 2007, per un importo complessivo di 938,600 euro IVA compresa. Questo impegno era così suddiviso: finanziamento per 440.000 da parte delle Regione Lazio in base alla legge 10/2005 e 498,600 euro derivanti dall’ alienazione di parte dell’immobile.
C’era stata all’inizio anche l’ipotesi di contrarre un mutuo ma abortita per situazione di cassa e anche in virtù del patto di stabilità che non consentiva l’accensione di mutui, per cui abbiamo dovuto ripiegare in un’altra forma di appalto”.
Di che periodo stiamo parlando?
“Stiamo sempre parlando del 2007”.
Brevemente, quando parliamo di lavori di riqualificazione parliamo di una specie di “lifting” o di opere più impegnative?
“Bisogna innanzi tutto sapere che decidendo di aprire un cantiere, si devono considerare i lavori nella loro interezza: in questo caso non si tratta solo di riverniciatura, bensì di adeguamento sismologico dell’intera struttura a partire evidentemente dalle fondamenta”.
Torniamo al finanziamento.
“Disponendo quindi solo dell’importo di 440.000 euro della Regione, siamo stati costretti a ricercare altre fonti per reperire la differenza necessaria.
Non potendo accendere un mutuo,l’amministrazione di allora decise, ed io come tecnico ho trasformato poi il progetto in appalto, la possibilità di reperire fondi vendendo una parte dell’immobile”.
Bandi di gara. Per somme importanti, non dovrebbero essere portati a conoscenza del mercato, quindi di imprese di costruzioni e affini? E se sì, in che modo?
“E’ vero,la diffusione del bando dipende dall’importo. Il codice degli appalti prevede che per questo tipo di appalto si proceda alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, cosa che abbiamo provveduto a fare (nr 31 del 12 marzo 2008), così come si è provveduto a darne pubblicazione su due quotidiani quali l’Avvenire e Il Giornale in data 13 marzo 2008. Oltre alla pubblicazione sull’albo pretorio e alla comunicazione alla Società di vigilanza dei lavori pubblici. Si tratta di atti dovuti, tutti assolti dal Comune secondo quanto prevede la normativa.
Il Bando prevedeva la cessione di una parte della proprietà a fronte di lavori da parte di imprenditori, si tratta di una pratica che il codice degli appalti prevede, non si tratta quindi di qualcosa di arbitrario anche se evidentemente è un’operazione che non capita con frequenza”.
Chi poteva partecipare a questo bando di gara?
“Al bando potevano partecipare sia i costruttori che accettavano di effettuare i lavori ricevendo come contropartita lo stanziamento della regione più una parte dell’immobile, oppure altri soggetti che acquistassero il bene nella sua interezza. La scelta è poi caduta sulla General Impianti che si aggiudica il bene (parte cioè del consorzio) offrendo un rialzo del 10% sulla base d’asta, pari cioè a 548.460 euro. I lavori di rifacimento competono all’ ’impresa ATI Corim ImpiantiSrl/Exergia”.
Posto quindi che tra chi ha risposto al bando è stata scelta la soluzione migliore per il Comune, chi ha deciso quale parte dell’immobile doveva essere ceduta all’impresa costruttrice?
“Il comune ha quantificato in 500 mila euro il valore della parte anteriore dell’edificio (quella fronte strada) che era stata comunque identificata prima di sottoscrivere qualunque accordo. Questo importo tra l’altro, è aumentato proprio perché si tratta di fronte strada e perché destinato ad attività commerciali”.
Di quanti metri quadrati parliamo?
“Si tratta circa di un rustico, quindi da ristrutturare completamente, di duecento metri quadrati espressi su due piani”.
La destinazione degli spazi interni del blocco centrale?
“La parte più corposa, uguale peraltro per superficie a quella precedentemente occupata, resta al 118 anche se spostata in maniera più funzionale sul lato ferrovia. I rimanenti tre uffici, erano stati ipotizzati dalla precedente amministrazione per l’AVIS, la CRI e i VVFF, più come appoggio, viste le dimensioni, che non come sede fissa. Ripeto, stiamo parlando di ipotesi”.
Le opere di riqualificazione della struttura riguardano anche la parte del museo neolitico?
“Purtroppo no (adeguamento sismico a parte), e non solo non riguardano gli ambienti del museo ma neanche le aree esterne che non sono previste nei lavori appaltati”.
La consegna dei lavori è prevista per gennaio prossimo. L’impresa sta rispettando i tempi?
“Assolutamente sì, tuttavia i trasferimenti dei soldi da parte della Regione avvengono con una lentezza eccessiva o addirittura non avvengono, e non solo per i lavori dell’ex consorzio. L’impresa deve pagare operai e fornitori con scadenze precise, e non ricevendo i finanziamenti probabilmente si vedrà costretta a fermare i lavori. La priorità dell’adeguamento sismico è stata rispettata così come pure quella di spostare il 118 per poter incassare quanto prima il valore dello spazio alienato”.
Qual è il collegamento tra i lavori di rifacimento dell’ex consorzio e quelli previsti per Via del Molo quando si sente parlare di 40.000 euro derivati da alienazioni?
“Sono due cose assolutamente separate. Il progetto per il rifacimento della Via del Molo impegna la somma di 400.000 euro, IVA e spese tecniche comprese. Il 90% è finanziato dalla Regione Lazio e il 10% dal Comune di Anguillara. Non essendo in grado di accendere un mutuo per 40.000 euro, l’Amministrazione nel 2007 ha dovuto reperire questi fondi nella differenza tra la base d’asta e la migliore offerta presentata per i lavori dell’ex consorzio. Con una base d’asta di circa 500.000 euro e con un’offerta superiore, siamo stati in grado di stornare i 40.000 euro necessari per dare il via ai lavori del molo. Ecco spiegato il perché dei 40 mila euro e la provenienza”.
Ultima domanda. In un prossimo appuntamento, di quali lavori parleremo?
“Dell’isola ecologica sicuramente. Ma anche del servizio che vorremmo fare per il ciclo di raccolta dei rifiuti”.
A breve completeremo il servizio anche con i commenti “politici” del Vice Sindaco Stefano Paolessi.
Renato Magrelli
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