POLITICA – PD. FASSINA: “RENZI, UNTO DAL SIGNORE”



“Avremmo vinto con Renzi? Una leggenda metropolitana. Se pensiamo che basti mettere uno giovane, brillante e bello per risolvere i problemi siamo fuori strada […]”. Sono le parole pronunciate ieri mattina dal neodeputato Fassina in una rubrica di Radio 24.
L’onorevole, ha risposto alle domande che le sono state poste dal giornalista riferendosi alle osservazioni politiche che Matteo Renzi ha rilasciato, sempre ieri, al giornale il “Messaggero”.
Il Sindaco di Firenze, ex-candidato alle primarie del PD alla carica di Presidente del Consiglio, nell’intervista al quotidiano nazionale ha detto che i risultati delle ultime elezioni politiche non sarebbero stati così deludenti per il Partito Democratico se fosse stato lui a condurlo: “ho perso le primarie ma forse avrei vinto alle urne”.
Fassina ha replicato dicendo che l’analisi di Renzi non trova alcun fondamento. Importante per il neo deputato è avvalersi solo di dati empirici.  Ha anche controbattuto l’insuccesso di Renzi alle Primarie del Partito Democratico, perché il programma presentato era sostanzialmente uguale all’agenda Monti: “Forse potremmo intercettare qualche sparuto elettore più attento ai costi della politica, ma sul piano economico e sociale la proposta di Renzi si è dimostrata nettamente minoritaria. A me piacerebbe parlare di analisi, non di persone. Questa scorciatoia per cui entra in campo un altro “Unto del Signore” la trovo povera di prospettive e risultati immediati. Lui è l’Unto del Signore nella propaganda con cui viene raccontato ma se pensiamo che mettiamo uno giovane bello e brillante e risolviamo i problemi siamo fuori strada”.  Pier Luigi Bersani ha avuto come risultato alle Primarie il 61,1%, mentre Matteo Renzi il 38,8%. 
Un candidato, Renzi, che ha sfidato quasi l’intero establishment del Partito Democratico, nel quale molti hanno osteggiato pregiudizialmente la “rottamazione” senza comprenderne affatto il significato. 
Ẻ preoccupante come alcuni dirigenti definiti “giovani” ragionino ancora con ideologie che si dimostrano sorpassate dagli eventi.  Se un risultato è emerso chiaramente dalle ultime elezioni è stata la voglia di rinnovamento rispetto a un modo di concepire l’attività politica che ha portato quest’ultima, indipendentemente dalla posizione di destra o di sinistra, lontana anni luce da quel popolo che si era prefissa di rappresentare.  Ascoltare le parole di Fassina oggi, fa tornare indietro ai tempi della Bolognina, quando figure politiche come Occhetto o Napolitano erano additate come non rappresentative della linea tradizionalmente seguita dal partito e osteggiati da una classe dirigente sorda alle voci di cambiamento allora come oggi non più rinviabili. 

Simonetta D’Onofrio [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7511/” title=”7511″]

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