Eugenio Patanè: “Al referendum sull’Atac voto no alla privatizzazione. Atac fallirebbe”

Eugenio Patanè



Eugenio Patanè, Consigliere del Pd della Regione Lazio e membro della Commissione Trasporti della Pisana, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, sul referendum sull’Atac dell’11 novembre. Il Consigliere ha spiegato le motivazione del suo no e le consguenze di un possibile fallimento di Atac, l’azienda capitolina del trasporto pubblico,

Consigliere Patanè, perché voterà no al referendum sull’Atac l’11 novembre? Lo ha bollato come aria fritta

Perché è un referendum che non cambia nulla. I problemi che oggi fanno viaggiare malissimo Atac, che fanno andare a fuoco i mezzi e non fanno andare a buon fine le corse, rimarrebbero identici anche se ci fosse una gara. Non sono problemi di Atac ma sono problemi del Comune. Se noi cambiassimo oggi gestore, passando da Atac a un’azienda francese o tedesca, tanto per fare un esempio, non sparirebbero di colpo le doppie file, il Fondo nazionale trasporti non darebbe più soldi a Roma, oppure non ci sarebbero più corsie preferenziali. Queste sono tutte cose che dipendono o dal Comune o dalle istituzioni sovraordinate come lo Stato o la Regione. E’ un referendum che non cambierebbe niente.

Il Comitato promotore Mobilitiamo Roma promosso dai Radicali italiani sottolinea che se passasse il sì non si tratterebbe di una privatizzazione dell’Atac. Qual è la sua opinione?

Sarà una vera e propria privatizzazione della nostra azienda. Oggi Atac si trova in uno stato di concordato preventivo (la procedura con cui una azienda in crisi può tentare il risanamento attraverso la continuazione dell’attività evitando il fallimento ndr). La Procura così come i giudici di rito civile hanno accettato il concordato, ci sarà un piano di rientro sempre che i creditori accettino. E questo è un piano di rientro che si svolgerà nei prossima 10-12 anni. Oggi se il servizio di trasporto dovesse andare a gara e Atac lo dovesse perdere, Atac fallirebbe. Ci ritroveremmo così un’azienda privata non del Comune di Roma a gestire il trasporto pubblico e ci sarebbe una vera e propria privatizzazione perché la nostra azienda sparirebbe. La mascherano come liberalizzazione ma nella realtà è una privatizzazione del servizio.

Se Atac dovesse fallire chi pagherebbe i debiti?

Il Comune, cioè tutti noi. Lo stock di debiti complessivo di Atac è un miliardo e 600 milioni, a questa cifra bisogna togliere 500 milioni che sono i debiti che Atac ha nei confronti del Comune di Roma e quelli verrebbero postergati al 2030, il Campidoglio non li rivedrebbe più. Gli altri creditori sono grandi aziende e banche, creditori che farebbero causa al Comune qualora Atac dovesse fallire. Entrerebbero così nello stock di debiti del Comune, un operazione devastante che manderebbe il Campidoglio a carte 48. Il Comitato per il sì sta giocando con il fuoco.

Anche la Regione Lazio ha un rapporto diretto con l’Atac perché ha in gestione la linea ferroviaria Roma nord, Roma – Viterbo, considerata da Legambiente la peggiore d’Italia. Linea è di proprietà della Regione. Consigliere Patanè lei è membro della Commissione Trasporti della Pisana, cosa state facendo per risolvere problemi che affliggono gli utenti di questo servizio?

La Regione Lazio ha moltissimi problemi con Atac che gestisce la linea Ferroviaria Roma nord, la Roma Gardinetti e la Roma Lido. Atac nel corso degli anni essendo passata da azienda efficiente ad azienda che tutti conosciamo un po’ per la vetustità delle linee un po’ per la inefficienza aziendale ha fatto sì che la Roma-Viterbo avesse le problematiche che sappiamo. Come Regione dobbiamo fare alcune case, per esempio eliminare i problemi infrastrutturali che la linea ha, molti passaggi a livello, segnalamento obsoleto, un binario solo nel tratto extraurbano.

Abbiamo bandito una gara di 60 milioni di euro per la tratta che va da Flaminio fino a Montebello che verrà assegnata domani. Domani l’Astral che ha gestito la gara assegnerà la gara per il rifacimento dei due lotti. Una gara importante. Inizieranno presto i lavori. Il problema resta il gestore che secondo me deve essere cambiato. Non è in grado di svolgere un servizio ferroviario all’atezza. Oltre tutto abbiamo una legge del 2017 che stabilisce che possiamo affidare il servizio a Ferrovie dello Stato. Sono convinto che la Roma-Viterbo andrebbe tolta ad Atac e data a FS.

Fonte: Radio Cusano Campus

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