CORSI E RICORSI STORICI DI UNA CULTURA …..”SINISTRA”.



La democratica sinistra di oggi, sentenzia che chi sbaglia deve pagare, e poco importa che sia direttamente responsabile una dirigenza forse negligente: è comunque la base, gli elettori,  che devono pagarne le more, senza se e senza ma.
L’importante quindi è che gli avversari paghino e soprattutto è importante che lascino libero il cammino.
Una buona dose d’opportunismo di certuni, porta a considerare il Presidente della Repubblica il supremo garante della Costituzione quando boccia il Lodo Alfano; ma se lo stesso Presidente promuove invece un decreto interpretativo, improvvisamente passa per un trasformista o per qualcosa di ancor peggio.  Oggi così assistiamo a dichiarazioni che non assolvono Napolitano, né gli incolpevoli elettori del PDL, forse con la mal celata aspirazione che negando il voto a buona parte dell’elettorato, certi difficili percorsi ne possano trarre giovamento.
Questo voler a tutti i costi far pagare ad una incolpevole base, gli errori dei vertici (leggasi negare il costituzionalissimo diritto al voto), suona secondo noi come la sentenza di chi vuole in qualche modo farsi “carnefice” dei suoi connazionali solo perché aderenti ad un diverso credo politico.
Abbiamo volutamente usato il pesante termine “carnefice”, perché il titolo di queste brevi note ce lo fornisce un terribile evento storico che prendiamo ad esempio di un certo modo, secondo noi sinistro,  di vedere e voler punire a tutti i costi “la base”.
CORSI E RICORSI STORICI DI UNA CULTURA …..”SINISTRA”.Nel 1992, qualche anno dopo l’apertura degli Archivi di Mosca, lo storico Franco Andreucci, scopre una lettera scritta da Palmiro Togliatti (alias “Ercoli”) il 15 febbraio 1943 a Vincenzo Bianco (allora funzionario del Komintern). Al terzo capitolo (vedi pagine 7, 8 e 9) della lettera, dove Bianco evidentemente chiedeva a Togliatti di fare qualcosa per i tanti prigionieri italiani nei Gulag russi (la 4^divisione alpina cuneense tra gli altri – ndr), la risposta di Togliatti è agghiacciante:
“…….L’altra questione sulla quale sono in disaccordo con te, è quella del trattamento dei prigionieri. Non sono per niente feroce, come tu sai. Sono umanitario quanto te, o quanto può esserlo una dama della Croce Rossa. La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione Sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da dire, anzi. Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti”.
Forse proprio con questo spirito solidale quanto umano, Palmiro si guadagnò l’appellativo de “Il migliore” (e figuriamoci l’ultimo dei suoi accoliti….).
Dai suoi insegnamenti, oggi i suoi eredi, mantengono la stessa fermezza nei confronti di chi ha il torto di pensarla in maniera diversa, per cui parafrasando “il migliore” (sic!), confermano con il loro “niet” che “non poter esercitare il diritto al voto è il più efficace degli antidoti per chi ha l’ardire di voler appartenere al Popolo della libertà”.

E se non è “sinistra” questa sinistra….!

Renato Magrelli
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