Scene da guerra civile, combattuta nelle urne e sui media. Ma non solo. Un’ondata di violenza ha attraversato la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una “gioiosa” celebrazione elettorale. è stata invece una giornata da incubo, con centinaia di feriti. la polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza catalano. Ma la mossa di Madrid non ha fermato il voto e tutti i conteggi – per quanto di dubbia validità scientifica – assegnano un plebiscito al “si”.
«Non siamo certo tifosi dei nazionalismi nè delle scelte indipendentiste unilaterali, ma vogliamo dirlo con grande forza: consideriamo la vergognosa repressione messa in campo dal governo Rajoy, che tutto il mondo ha potuto vedere in diretta, un vero scandalo. Rinnoviamo la richiesta al presidente del consiglio italiano affinchè il nostro governo si attivi perché ritorni la politica, ritorni la democrazia, ci sia più democrazia, e si costruiscano occasioni di dialogo tra la Catalogna e la Spagna». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlando con i cronisti a Montecitorio.
«Ci auguriamo – prosegue il leader di SI – che l’iniziativa intrapresa in queste ore da Podemos nei riguardi del Psoe aiuti a trovare una soluzione diversa di quella di un governo che oggi non rappresenta più non solo la Catalogna ma la Spagna tutta».
«Sinistra Italiana – conclude Fratoianni – sostiene gli sforzi della Sindaca di Barcellona Ada Colau che sta insistendo sulla necessità di una soluzione politica che metta al centro la democrazia e il dialogo».
Da Barcellona dove ha seguito gli eventi Erasmo Palazzotto deputato di SI er vicepresidente commissione Esteri alla Camera aveva denunciato sin dal pomeriggio di domenica la repressione in corso: «Qualunque sia l’esito del Referendum in Catalogna, si è persa una grande occasione: quella di trasformare quest’appuntamento in un momento costituente per la Spagna, di utilizzare il conflitto per arrivare ad una soluzione politica per un nuovo patto costituzionale. Il dialogo e l’accettazione della sfida democratica, queste sarebbero state le chiavi per trasformare questa giornata in una grande festa della democrazia».
«Invece sì è scelta la strada dell’irresponsabilità, ha denunciato Palazzotto, quella di chi ha usato lo strumento referendario come una clava per dividere invece che unire il Popolo catalano; e quella, ancora più grande, di chi ha deciso di usare la repressione come risposta ad una grande mobilitazione pacifica e democratica».
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