Incendio pineta di Castel Fusano, terra di nessuno tra baraccopoli e prostituzione



Incendio Pineta di Castel Fusano – Dopo la devastazione di 100 ettari di alberi a causa dell’incendio nella pineta di Castel Fusano, da tutti gli schieramenti sono partiti accuse verso uno o verso l’altro.
Chi contro la protezione civile, chi contro i partiti rivali ma, a quanto pare, nessuno ha sollevato alcune problematiche che ruotano intorno alla pineta stessa.

Da quanto si apprende da Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, “la gestione e la prevenzione antincendio della pineta del Castel Fusano per legge è affidata al Comune di Roma. In quest’ultimo mese e mezzo ci sono stati 15 roghi in quella pineta, tutti dolosi. Lì ci sono solo due autobotti per il servizio giardini. A posto del sindaco avrei chiesto al prefetto di convocare d’urgenza il comitato per l’ordine e la sicurezza, dividere la pineta in quadranti e assegnare ogni quadrante ad una squadra di polizia, cosa già accaduta in passato. Alcuni anni fa lì è stata realizzata una piazzola per un elicottero della regione che stazionava in maniera fissa, con una vasca  antincendio che ora è stata trasformata in una discarica. E’ un disastro annunciato che denota l’incapacità non solo della Raggi, ma di buona parte della pubblica amministrazione che non ha sviluppato una cultura di prevenzione antincendio, come accade invece in Trentino Alto Adige”.

Senza dubbio un punto di vista condivisibile, tutti gli ostiensi che frequentano la pineta di Castel Fusano hanno notato sia l’incuria della pineta stessa ma anche quella legata agli impianti antincendio che non sono controllati. Nel vasto incendio del 2000, ricordiamo che oltre al dolo ci fu l’impossibilità di utilizzare le bocchette che erano in avaria. Questo la dice lunga sull’amministrazione, ma non quella grillina attuale ma su tutte quelle che ci sono state che non hanno mai saputo organizzare un vero e proprio piano di emergenza.

Inoltre va analizzato cosa succede all’interno della pineta di Castel Fusano, coloro che ci vanno a correre e che la frequentano posso affermare che effettivamente quella è terra di nessuno, iniziando con la baraccopoli al suo interno, dove diverse famiglie hanno costruito alloggi di fortuna con materiali di risulta e utilizzando bombole del gas e fuochi liberi che, in un periodo di siccità come questo e senza dubbio di incuria sono a tutti gli effetti bombe ad orologeria.

Non dimentichiamo inoltre il giro di prostituzione che c’è nelle vie che attraversano la pineta di Castel Fusano, ragazze e clienti che utilizzano gli anfratti all’interno del polmone verde per compiere atti sessuali lasciando fazzoletti e profilattici usati. Un area che doveva essere prima di tutto pulita, poi tutela e infine protetta rendendola fruibile realmente alle famiglie. Non ci rimane che domandarci, quale sarà il suo futuro?

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Informazioni su Emanuele Bompadre 16718 Articoli
Emanuele è un blogger appassionato di web, cucina e tutto quello che riguarda la tecnologia. Motociclista per passione dalle sportive alle custom passando per l'enduro, l'importante è che ci siano due ruote. Possessore di una Buell XB12S è un profondo estimatore del marchio americano.

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