La domotica conquista anche l’Italia



Ben 185 milioni di euro: è questo il valore delle soluzioni IoT per la Smart Home in Italia raggiunto nel corso del 2016. Molto più che un semplice trend, secondo gli esperti questo è un mercato dalle potenzialità enormi che potrebbe trainare diversi settore del Made in Italy, anche se i consumatori al momento scelgono soprattutto dispositivi per il risparmio energetico e la sicurezza.

Ci sono finalmente dati ufficiali sul mondo della domotica e delle soluzioni per la “smart home” in Italia: l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha infatti pubblicato i risultati di una ricerca sullo stato della diffusione dei dispositivi per la “casa connessa” nel nostro Paese, rivelando alcuni numeri decisamente importanti.

Mercato in crescita. Innanzitutto, il giro di affari complessivo si è attestato nel 2016 intorno agli 185 milioni di euro, vale a dire una crescita a ben due cifre (per la precisione, +23%) rispetto all’anno precedente. Più in dettaglio, oggi un consumatore italiano su quattro dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro, secondo quanto risposto al sondaggio effettuato su un campione rappresentativo degli utenti Internet dai 25 ai 70 anni.

Gli scenari. Sul fronte delle modalità di accesso ai prodotti, si evidenzia inoltre come larga parte del mercato, circa l’80%, passi ancora da installatori e distributori elettrici, mentre lo sbarco dei colossi del web preannuncia un grande sviluppo nel 2017: sul mercato italiano infatti dominano grandi player come Google e Amazon, ma parallelamente proliferano le soluzioni sviluppate da startup con offerte spesso complementari a quelle dei brand affermati. È il caso, ad esempio, della ditta dei Fratelli Frigerio, specializzata in soluzioni come attuatori elettrici e altri componenti necessari alla realizzazione di impianti domotici.

Come si compra. Secondo l’indagine, l’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, ma si segnala una forte crescita da parte dei canali innovativi, come retailer, eRetailer e assicurazioni, che insieme totalizzano il 18%, pari a circa 30 milioni di euro.

Sicurezza e gestione elettrica. Interessante l’approfondimento sui possibili impieghi dell’IoT, che sono molti e variegati: per la maggioranza delle persone, la prima necessità è garantire una maggiore sicurezza alla propria casa, e infatti il 31% degli acquisti è destinato a videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento. Altro elemento cardine è la gestione energetica, dove soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici o dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, unite al monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici, consente di puntare al risparmio dei consumi.

Le novità in commercio. Ma gli italiani si dimostrano attenti (e curiosi) anche alle ultime novità lanciate dai produttori, come frigoriferi che informano sullo stato della spesa alimentare e “consigliano” gli acquisti, lavatrici attivabili tramite app dal cellulare, sensori e videocamere che monitorano la casa contro il rischio furti, impianti di riscaldamento che si azionano in base al clima, garantendo un risparmio energetico. Eppure, c’è anche chi non ritiene ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home, attendendo soluzioni “tecnologicamente più mature” prima di procedere all’acquisto.

Il fattore sicurezza. C’è poi un altro elemento di criticità che bisogna sottolineare: i consumatori italiani infatti si rivelano tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti, e sono particolarmente preoccupati dalla possibilità di subire attacchi da parte di hacker. Il 67% dei potenziali acquirenti di dispositivi domotici, infatti, si dice timoroso per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati.

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