Altro che democrazia, siamo in guerra!



La parola democrazia sostanzialmente indica una forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, governo che si basa sulla sovranità popolare; il potere appartiene al popolo. E’ chiaro, quindi, che quando si parla di democrazia è la volontà popolare ad essere decisiva per le sorti di uno stato. Da anni, però, in molti stati europei il termine democrazia è stato sostituito dal termine Troika.

Parola di origine russa, indica l’unione tra Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea.

Una triade che ha sostituito la sovranità popolare con la propria e che ha inginocchiato a suon di austerità milioni di concittadini europei. Troika, poi, portavoce della Germania, che quello che non è riuscita a fare con la seconda guerra mondiale, riesce oggi con una guerra dai rumori diversi.

Sì, perché è in atto una vera e propria guerra, dove al posto dei cannoni e dei fucili ci sono le monete, i mercati, e al posto dei soldati e dei generali ci sono i capi di stato e le lobby. Dite che esagero e che ho le visioni?

Facciamo una cosa allora: senza entrare nel merito, vi elenco una serie di fatti. Dopo questa lista dovete spiegarmi le cause che li hanno cagionati e chi ha evitato che non si verificassero, ok?

10953720_10204550943786817_1330616735_nIn Grecia vince le elezioni politiche Tsipras, eletto con il voto del popolo greco e la Bce subito taglia la liquidità alla Grecia.
In Sicilia una neonata muore durante il trasporto in ambulanza perché gli ospedali sono pieni.
A Napoli una bimba di otto mesi muore dopo essere stata dimessa dall’ospedale.
I giovani italiani per metà sono senza lavoro e l’evasione scolastica è una triste realtà.
Expo e Mose da opportunità di crescita sono diventati sviluppo criminale.
Il Mps dalla più antica banca italiana è diventata una galassia di buchi neri e tangenti.
Gli esodati non vanno confusi con l’esodo verso paesi stranieri delle migliori menti nostrane.
La metà dei pensionati italiani vive con meno di mille euro al mese, e al netto dei dipendenti pubblici, il 47,2% vive con meno di cinquecento euro.
Sono in aumento le malattie mentali e l’assistenza sanitaria si appresta a emulare il vecchio sistema americano.
In Spagna, Italia, Portogallo e Grecia c’è emorragia di posti di lavoro, aumento di case pignorate, aumento della malnutrizione infantile.
Quel poco lavoro che c’è, è sempre più precario, con stipendi il cui importo difficilmente supera i 600 euro, nonostante si debbano fare turni massacranti.
Due degli ultimi tre premier in Italia non sono stati eletti neanche per il Parlamento.
Chi è stato giudicato dalla Corte Costituzionale eletto illegittimamente, si appresta a modificare la Costituzione e ha approvato riforme che incideranno profondamente sulla nostra vita.
La tassazione reale supera il 60% di quello che si produce.
Il costo del petrolio cala, ma la benzina continua a costare come lo spumante.
Il fisco è diventato, per i comuni mortali, un rapace vorace degno dei peggiori stati di polizia, ma è una pecora mansueta con i grossi evasori.

10962033_10204550947906920_2007837025_nLa Bce presta i nostri soldi alle banche con lo scopo di finanziare le attività private; queste, però, utilizzano quei soldi per speculare sul debito pubblico degli stati.
Debito pubblico italiano che, ricordo,  è in mano per il grosso alle banche e ai gruppi assicurativi. Anche se la sovranità appartiene a noi, grazie ad un accordo non ratificato da alcun nostro voto, non abbiamo più sovranità monetaria e non ci lasciano decidere in merito.
L’Isis non è un istituto carrozzone parastatale ma un’oscura minaccia a un tiro di scud da noi.

Avete compreso, allora che siamo in guerra? Abbiamo perso molti diritti e stiamo per perdere anche la speranza. Non perdiamo, però, la dignità. Non limitiamoci a guardare sprofondare la nostra patria. L’Europa e l’Italia non devono e dovranno essere quello che pochi oligarchi hanno deciso.

La culla della civiltà non può ridursi in bara della democrazia. Ciao bella o bella ciao dipende da noi; pensaci e agisci!

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27804 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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