L’uomo, scienziato o Dio?



La scienza ha fatto enormi passi avanti nella clonazione e nel sequenziamento di DNA antico, e quello che fino a qualche anno fa sembrava la trama di un film, è diventato realtà. Non stiamo parlando di un vero e proprio “Jurassic park”, anche perchè riportare in vita i dinosauri non è possibile, ma di un progetto portato avanti da un gruppo di genetisti americani che lavorano al “Revive & Restore“, promosso dalla Long New Foundation e finanziato da ricchi imprenditori visionari. Ci siamo avvicinati quindi a quella che viene definita la de-estinzione.

Il loro scopo è il salvataggio genetico di specie a rischio estinzione e il recupero di quelle che l’uomo ha portato prematuramente alla scomparsa. Sul loro sito si legge: “Il DNA di molte creature non più esistenti è ben conservato nei campioni esposti nei musei e in alcuni fossili. Ora siamo in grado di leggere ed analizzare l’intero genoma.” Dobbiamo però ricordare che il DNA è altamente soggetto a processi di decadimento e dai campioni conservati nei laboratori e nei musei si possono ricavare solo frammenti di DNA in buono stato. La lacuna delle informazioni mancanti potrebbe essere colmata utilizzando come “stampella” il genoma di una specie vicina a quella estinta. Il risultato sarà un’approssimazione piuttosto fedele del genoma cercato; èun processo complicato, ma i ricercatori della “Revive & Restore” dicono di essere molto vicini a ottenere risultati assolutamente affidabili. Questo metodo viene chiamato trasferimento nucleare di cellule somatiche.

La sequenziazione così ottenuta permetterebbe di impiantare le informazioni genetiche delle specie estinte, nelle cellule dei loro parenti più prossimi tuttora viventi, in questo modo la specie scomparsa da decenni, secoli o millenni, tornerebbe alla vita grazie al suo diretto discendente in linea evolutiva. Gli animali creati in laboratorio non sarebbero dei veri cloni poichè verrebbero utilizzate cellule di esemplari viventi geneticamente diversi.

Le specie fino ad ora candidate sono una ventina e annoverano tra le loro file il piccione migratore americano, l’uro, il tilacino, il dodo, l’orice, nella lista compaiono anche l’orso grizzly della California, il parrocchetto della Carolina, la Tigre della Tasmania, la vacca marina di Steller (un grosso mammifero acquatico) e l’alca impenne (un tipo di pinguino), tutti animali scomparsi tra il XVIII e il XX secolo. Alla lista però, si aggiunge anche il Mammut.
Il “Revive & Restore” non si limita alla fauna,  vorrebbe ricreare anche il loro habitat originale nel quale far sentire “a casa” le specie rinate.

Un esempio potrebbe essere l’utilizzo della riserva “Pleistocene Park”, in Siberia, creata dallo scienziato russo Sergey Zimov, dove il Mammut potrebbe ripopolare le aree che abitava un tempo. Il pascolo di questi elefanti lanosi favorirebbe la crescita di una varietà di erbe, proteggendo il permafrost artico dalla fusione.

Le difficoltà di questo progetto sono molteplici, non si sa se con il DNA conservato ci possano essere probabilità di sequenziare l’intero genoma, è anche possibile che la variabilità genetica della specie sia troppo bassa o addirittura che il DNA conservato contenga anche virus “silenti” potenzialmente dannosi per le attuali specie viventi.

Alcuni centri di ricerca in Europa si sono già mossi in questa direzione, ricordiamo il Progetto Uruz, che sta cercando di riportare in vita l’Uro, un bovino scomparso nel 1627, e il Progetto Lazarus dell’Università di Newcastle che sta riportando in vita una rana australiana estinta 30 anni fa.

Molti biologi della conservazione non accettano questi sforzi, a causa dei costi molto elevati e della poca utilità, ma soprattutto perchè darà la possibilità all’uomo di sentirsi un Dio; potendo dominare la natura a sua piacimento potrebbe portare all’estinzione una specie, per poi farla rivivere subito dopo.

Molte sono le domande che questa de-estinzione porta con se, è positiva per la natura? È  eticamente giusto oppure è eticamente sbagliato?

Voi che ne pensate?

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Informazioni su Samantha Lombardi 6437 Articoli
Samantha Lombardi è un archeologa, laureata in Archeologia e Storia dell'Arte del Mondo Antico e dell'Oriente. Cura un sito che parla del patrimonio artistico (www.ilpatrimonioartistico.it), collabora con l'Ass. Cul. Il Consiglio Archeologico ed è addetta stampa dell'Ass. di Rievocazione Storica CVLTVS DEORVM. Dal maggio del 2014 collabora con Il tabloid.it

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