Riflessioni sull’essere padre



Si festeggia la festa del papà ed io, anche quest’anno, mi godo la “santità” di un uomo, Luigi, che mi sopporta da 45 anni come figlio.

Essermi padre e vivere anche sotto lo stesso tetto, lo riconosco, non è proprio semplice.

Questo articolo, però, non nasce solo per omaggiare i nostri padri ma anche per offrire una riflessione sulla paternità.

A mio avviso la paternità è al tempo stesso un dono grandioso e gravoso. Grandioso poiché è un dono divino; gravoso perché si è responsabili in tutto e per tutto di una giovane vita che va accompagnata fino alla fine dei propri giorni.

Essere padri necessita sacrifici, intesi non tanto come privazioni bensì come servizio ad un qualcosa di sacro.

Un buon padre, per me, dovrebbe accompagnare una giovane vita a trovare la propria strada, a trovare se stesso, per essere un domani, a sua volta, un buon genitore.

Deve trasmettere la propria esperienza ed i propri valori senza, però, privare il figlio della libertà di commettere errori; gli sbagli sono necessari per un sano sviluppo.

Come faccio a scrivere in merito se non ho esperienza in merito, visto che non sono padre? Beh, biologicamente non lo sono, ma, un pizzico di esperienza, grazie alle sorprese della vita, la ho.

Il buon Dostoevskij amava dire che un padre è sia chi genera sia chi lo merita.

Si educa attraverso gli esempi e non solo con le parole o sulla mera legittimazione di un codice genetico compatibile; sono gli esempi ed i fatti ad aprire le menti ed i cuori.

La prima volta che ho avuto modo di essere, in un certo senso, un esempio per una giovane vita, è stato quando, da giovane avvocato, ho seguito la madre di un bimbo di 5 mesi che, purtroppo, il padre naturale non voleva sapere nulla di lui.

Nei tre anni che mi sono relazionato con loro quando li vedevo ogni settimana, si è creato un rapporto “particolare” tra me ed il piccolo il quale, ogni volta che mi vedeva, era felice. Posso dire che, dopo una lunga battaglia ed anche per merito mio, il padre naturale ha capito l’enorme fortuna di aver ricevuto un dono divino. Il giorno del mio ultimo compleanno ho ricevuto i suoi auguri.

L’altra volta che mi sono sentito un esempio e molto di più è stato con il figlio di una mia ex compagna. Credo, lasciatemi questa convinzione, di essere stato anche questa volta un buon esempio e grazie a lui, mi sono sentito un padre. Non dimenticherò mai il bene che mi ha voluto così come le sue strette di mano.

Ma un figlio mio anche dal punto di vista biologico? Una volta, una sola volta, ho davvero desiderato di diventare padre, perché amavo profondamente la donna, già madre, con la quale dividevo i giorni di quel periodo. L’amavo così tanto che, mai desiderato prima, immaginavo a come sarebbe stato bello una famiglia tutta nostra, anche con un figlio, magari femminuccia, frutto del nostro amore. Lei, però, non poteva e, così, pur amandola, l’ho lasciata. Quando ho compreso di aver sbagliato visto l’amore che ci univa è stato tardi, ma questa è un’altra storia.

Cosa voglio, allora, dire? Che è bello essere figli e padri. E’ bello, specie alla mia età, poter ancora dire la parola “babbo” ed è altrettanto bello godere di un dono divino.

Uno dei momenti più belli che ricordo di aver vissuto con mio padre è stato quando ci siamo stretti la mano dopo aver acquistato una Ducati Monster; la sua passione per le moto si univa alla mia…non trovate sublime dividere la gioia di una passione che si tramanda di generazione in generazione?

Strano che proprio una stretta di mano possa far vivere la stessa emozione anche se fatta con persone, adulti e piccini, diverse.

Ammiro quei padri, e ne conosco molti, che pur di regalare un sorriso ai propri figli, fanno enormi sacrifici.

Infine un pensiero su cosa per me non deve essere un padre. Di recente mi sono capitate da persone (dire donne sarebbe, a parer mio, un’offesa per quelle vere) che a stento conoscono come mi chiamo, richieste strane… “Perchè non facciamo un figlio?”…Cioè non conosci i miei gusti, non proviamo alcun sentimento reciproco e cosa mi chiedi? Certo, quanti figli sono nati senza volerlo o senza amore? E’ altrettanto vero, però, che alcune persone non riescono a capire che siamo esseri umani e non bestie. Per soddisfare un proprio egoismo, si perde di vista che la nascita di un figlio è un dono e non un capriccio.

Auguri a tutti i papà, specie al mio.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27803 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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