Lucignano presenta ARDE



Faccio politica forense dalla fine del 2013. Ho sempre pensato che l’avvocatura debba cambiare le proprie classi dirigenti, riformare profondamente il sistema ordinistico, mettere al governo della professione una generazione nuova, dare maggiore attenzione alle donne, rilanciare l’associazionismo, finalmente inteso come motore di politica e non di clientelismo elettorale.
Quando abbiamo deciso di far nascere ARDE, il 16 ottobre, abbiamo ritenuto naturale inserire nel progetto un insieme di elementi che ci accompagneranno nel percorso. In primo luogo il dovere di misurarsi nelle competizioni elettorali. Chi fa politica deve ricercare il consenso della gente, affidarsi al giudizio altrui. Diversamente non si fa politica, ma autoerotismo, con altri mezzi.
Abbiamo deciso anche di tenere viva la nostra identità, scartando l’idea di presentarci all’elettorato napoletano in cartelli elettorali costituiti più o meno “ad hoc”. Non riteniamo impossibile che all’indomani del rinnovo del COA di Napoli si possa finalmente far partire un soggetto politico interessato a fare politica forense e non a far eleggere questo o quello, ma attualmente l’interesse all’elezione è troppo dominante per credere che la politica, quella vera, possa in qualche modo prevalere sul resto.

Il destino degli avvocati che hanno prosperato nel regime ordinistico, e che si sono trovati, grazie alle proroghe, all’atteggiamento del Consiglio Nazionale Forense e al conservatorismo dei colleghi, a gestire un enorme potere, privo di qualsiasi riscontro pratico per l’avvocatura, è ormai segnato. In tutta Italia si ragiona dei possibili ricorsi, da portare in Cassazione, per far si che la Legge Falanga sia rispettata e che i Consiglieri che abbiano già svolto almeno due mandati biennali non possano continuare ad esercitare il loro potere per altri otto anni.
Sia nel caso che gli avvocati siano più forti delle clientele, sia che intervenga la Corte di Cassazione, sia che ai padroni del sistema restino ancora otto anni di vita, il regime ordinistico ha comunque i giorni contati.

ARDE non ha alcun interesse alla poltrona di Consigliere dell’Ordine. Certo, se io risultassi eletto, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli diventerebbe qualcosa che i colleghi napoletani non hanno mai visto prima. Se questo sia un bene o un male… onestamente non sta a me dirlo, ma posso immaginare che per molti, questa possa apparire una minaccia da far tremar le vene e i polsi, più che una promessa.

Quello che ci sentiamo di promettere è che ARDE lavorerà nel solco delle idee che hanno da sempre contraddistinto il gruppo fondatore: rinnovamento, tutela dell’avvocatura di base, contenuti politici, comunicazione costante con i colleghi.
La nostra sarà una campagna indipendente, identitaria, ma non settaria. Siamo disponibili, e lo stiamo dimostrando con il lavoro e i comunicati congiunti, a costruire con altre associazioni forensi un soggetto politico nazionale e uno prettamente locale, partenopeo, che si batta per l’innovazione delle rappresentanze forensi. Siamo consapevoli che la transizione culturale e politica che ci proponiamo di sostenere impiegherà ancora molti anni per compiersi, ma la dipartita dell’attuale classe dirigente del sistema ordinistico, anche nella peggiore delle ipotesi, e cioè nel caso che i padroni del sistema durino altri otto anni, ha comunque una data di scadenza, il che lascia sperare che il futuro della professione forense sia meno tetro del presente.

Noi ce la metteremo tutta, nel mezzo del cammino, per parlare di avvocati, società, cultura forense, diritto e politica. Faremo quello che abbiamo sempre fatto, sperando di farlo sempre meglio.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27840 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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