L’importanza della visita tricologica



Per il trattamento delle patologie e dei disturbi che hanno a che fare con la caduta dei capelli, il primo passo da compiere consiste nel sottoporsi a una visita tricologica. Si tratta di una visita medica che ha lo scopo di verificare lo stato di salute del cuoio capelluto e che deve essere effettuata da un medico specialista in dermatologia o da un dermatologo tricologo, vale a dire professionisti che sono esperti di patologie del cuoio capelluto. Ma quando arriva il momento di contattare uno specialista per eseguire una visita tricologica? Nella maggior parte dei casi il medico dermatologo viene contattato nel momento in cui si è alle prese con una dermatite seborroica o con altre patologie che interessano in modo significativo il cuoio capelluto, come per esempio l’alopecia areata, ma anche in presenza di un tumore, di una infezione, di psoriasi o di una problematica di carattere allergico.

Gli esperti di Cesare Ragazzi, per esempio, offrono una valida assistenza per identificare gli eventuali problemi di calvizie androgenetica che devono essere affrontati e risolti: non è detto che si tratti di malattie gravi, anzi, ma sono comunque disturbi che presuppongono la diagnosi di uno specialista e che vale la pena di curare per alleviare le spiacevoli conseguenze di carattere estetico che comportano e che non di rado si riflettono anche sulla serenità e sulla qualità delle relazioni sociali del soggetto.

Come si svolge una visita tricologica

Nel corso di una visita tricologica, lo specialista compie delle valutazioni di carattere diagnostico e di carattere clinico, ricavando informazioni non solo attraverso l’esame del cuoio capelluto, ma anche dalla storia medica del paziente. Compito del professionista che esegue la visita, infatti, è quello di verificare se le informazioni che il paziente ha fornito trovano un riscontro a livello clinico, in vista di una diagnosi precisa e della conseguente cura. Conoscere la storia medica del paziente è molto importante per comprendere se il soggetto si sottoporrà a tutti gli esami necessari e se, una volta stabilita la diagnosi, si affiderà alle cure che gli saranno state prospettate e seguirà la terapia raccomandata, presentandosi – inoltre – alle periodiche visite di controllo previste.

I test tricologici

Nel caso in cui nel corso della visita tricologica non si riescano a identificare con precisione le motivazioni che hanno determinato o determinano la caduta dei capelli, si può procedere all’esecuzione dei cosiddetti test tricologici, che servono anche a scongiurare la presenza di eventuali malattie. Tra questi si ricordano il pull-test, che ha lo scopo di accertare la resistenza dei capelli alla trazione, e il mineralogramma, che corrisponde all’analisi minerale dei capelli. A questo scopo si esegue il prelievo di un campione di capelli, che poi sarà preso in esame e osservato al microscopio. Attraverso il mineralogramma si ha la possibilità di scoprire la quantità di minerali nell’organismo, dal momento che essi si depositano nei capelli.

Tra i test tricologici che possono essere previsti c’è anche il wash test, che prevede di valutare quanti capelli vengono persi nel corso del lavaggio, ma non vanno dimenticati gli esami del sangue, che si rendono necessari nel momento in cui non si può escludere l’ipotesi che a provocare la caduta dei capelli sia una patologia. Gli esami ematologici possono essere accompagnati da dosaggi ormonali. Infine, c’è la video-dermoscopia, che comporta il ricorso a un microscopio a fibre ottiche per controllare le condizioni di salute del cuoio capelluto.

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