Molestie da orbi



Lo scandalo sulle molestie sessuali, subite da attrici, modelle e costumiste ad Hollywood si allarga sempre di più
e potrebbe essere paragonato ad un grande classico del cinema americano: la scazzottata.
Ha origine da un diverbio nato per futili motivi e finisce con i presenti che se le danno di santa ragione, mentre intorno
mobili e arredi vengono distrutti.
Poi così come è divampato inizia a spegnersi: qualcuno si mantiene una mascella, un altro ha il naso che sanguina,
ma alla fine l’importante è essersi chiariti.

Harvey Weinstein, 65 anni, potente produttore hollywoodiano…

Difficilmente sarà questo l’esito della bufera che ha investito il mondo dello star system e che vede come principale
accusato Harvey Weinstein, 65 anni, potente produttore hollywoodiano e proprietario dell’ altrettanto famosa casa di produzione Miramax.
Il suo nome è legato all’uscita di film che sono diventati un cult nel mondo del cinema: Pulp fiction, Shakespeare in Love,
Billy Elliot, The Artist, giusto per citare alcuni di quelli più famosi.
A quanto pare dietro il mondo dorato dei red carpet e dei premi c’era una realtà che ha umiliato molte attrici, sia
conosciute che meno note, infliggendo loro”attenzioni” pesanti e in certi casi autentici stupri.
Tutto è partito dall’inchiesta avviata il 5 ottobre 2017 dal New York Times che ha raccolto le confessioni – denunce di
due attrici: Rose McGowan e Ashley Judd che per prime hanno raccontato di essere state molestate sessualmente da
Weinstein.

Il rituale descritto dalle attrici comprendeva il produttore che proponeva una doccia o un massaggio, poi la richiesta di passargli l’accappatoio, che si apriva con il susseguente assalto a cui non sempre era possibile sottrarsi.
Per svariati motivi, come hanno spiegato le oltre 80 donne che hanno denunciato l’aggressione con una frase diventata
virale sul web, ovvero “me too” in italiano  “anche a me”.

Di questa abitudine erano a conoscenza svariati registi

Tra questi l’impossibilità di continuare a recitare dopo essersi rifiutate, la giovane età in cui era avvenuto l’abuso,
il senso di vergogna e d’impotenza per non essersi ribellate.
Di questa abitudine erano a conoscenza svariati registi e persone di spettacolo, ma c’era indulgenza o timore per
quella che nell’ambiente veniva considerata una  “malattia” piuttosto che un vizio o un reato.
Invece per la legge americana lo stupro è un reato grave, d’altra parte essere abituati a molestare sessualmente non
è come avere la congiuntivite!
Simile ad un eruzione vulcanica le denunce si sono placate per qualche giorno per poi riprendere e in alcuni casi hanno
lambito anche il mondo dello sport con la calciatrice Hope Solo, di origini italiane, che ha affermato di essere stata
molestata dall’ex numero uno della FIFA , Sepp Blatter.

Spalancati gli armadi di altri attori e registi famosi

C’è da aggiungere che scoprendo i numerosi scheletri di Weinstein si sono spalancati gli armadi di altri attori e registi
famosi, tanto da far pensare che la pratica di chiedere favori sessuali a Hollywwod (e non solo qui) fosse la regola e non l’eccezione. Della serie si veniva scritturate per un film solo dopo avere pagato un certo pedaggio in moneta personale!
Ma il teorema posto in questi termini getta una pesante luce di discredito sul mondo del cinema e per questo occorre dare spazio ad alcune riflessioni.

Le riflessioni

La prima è che non si può affermare che non ci siano registi o attori capaci di tenere a freno l’ istinto che spingerebbe
a fare di ogni attrice una preda.
La seconda è che la molestia sessuale non colpisce soltanto fisicamente, ma incide sull’autostima, infatti convince la
vittima che ha raggiunto un determinato obiettivo perché è stata aiutata e non per bravura personale.
Questo meccanismo purtroppo le donne molestate lo sperimentano in tutti gli ambiti lavorativi e spinge, quelle che non vogliono sottostare, a rinunciare a incarichi per i quali avrebbero i requisiti adatti.
Terzo punto è quello dei tempi della denuncia, che secondo alcuni andrebbe fatta subito e non dopo anni, insinuando
il dubbio che avvenga per farsi pubblicità.

Comportamenti dettati da secondi fini

I tempi che viviamo ci hanno abituato ad una vasta gamma di comportamenti dettati da secondi fini, però dobbiamo
ricordare che lo stupro e la violenza sono esperienze traumatiche, che la donna si sforza di dimenticare, trovando il coraggio di denunciare quando altre lo fanno.
Detto ciò e per completezza bisogna dire che l’ondata planetaria di denunce ha fatto ipotizzare il tentativo di
distruggere il mondo dello spettacolo americano, notoriamente poco benevolo verso l’attuale presidente.
Le tesi complottistiche hanno grande fascino e che nel terzo millennio si proceda per vie molto spicce per liquidare
gli avversari è altrettanto innegabile.

Il pericolo è che si colpisca chi ha tenuto un comportamento corretto

Il pericolo è che sull’onda dell’emotività e del sensazionalismo si colpisca pure chi ha tenuto un comportamento
corretto o si diffonda l’idea che poiché tutti agiscono in un certo modo il fatto non è grave.
Nel caso delle molestie sessuali un punto semplice e basico su cui concordare esiste e potrebbe essere formulato così:
se ad una donna per lavorare le si chiede di “starci”  altrimenti niente lavoro  è un abuso.
Stop.

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