Calcio, razzismo: ma quale sceneggiata?



Che il calcio, la seconda industria nazionale, fosse malato, è una triste realtà nota da anni. Che, fosse, però, così grave, è un dato di fatto che, purtroppo, per troppo tempo si è ignorato.

 

Quello che è accaduto nella Curva Sud dell’Olimpico grazie a certi imbecilli tifosi della Lazio (lungi da me dal generalizzare, anzi…) che ha visto irridere Anna Frank e ciò che essa rappresenta, è la punta di un iceberg di letame che fa così schifo che è difficile parlarne senza provare conati.

 

Lotito, appena venuto a conoscenza di quanto accaduto, dimenticando i buu di un certo tifo laziale ai giocatori di colore e quanto urlato dalla Curva Nord durante Lazio-Sassuolo ossia “Vesuvio lavali col fuoco”, ha, giustamente, preso le distanze e si è recato alla sinagoga di Roma per deporre una corona di fiori sotto la lapide commemorativa delle vittime deportate. Vi confesso che sono stato un pizzico scettico su quella che lui stesso ha definito “sceneggiata” e vi spiego il perché.

 

Lotito nulla di concreto ha realmente fatto dopo i “buu” di certi tifosi laziali contro i giocatori avversari di colore e non mi risulta abbia preso le distanze quando dalla Curva Nord, come detto poc’anzi, non durante la sfida contro i partenopei bensì con il Sassuolo, si invitava il Vesuvio a bagnare i napoletani. Anche questo è razzismo, giusto? Se si è davvero contro il razzismo, non si dovrebbe fare l’antirazzismo di serie a e quello di serie b, quindi….forse sono stato troppo diffidente.

All’improvviso esce fuori un audio dove il buon Lotito dice “Il vice rabbino ci sarà? Solo il rabbino c’è? Non valgono un c… questi. Tu hai capito come stamo? A New York il rabbino, er vice rabbino. Famo ‘sta sceneggiata…. te te rendi conto”.

 

Vi rendete conto? Sono convinto che Lotito prenderà le dovute distanze da queste parole, le sue…sono convinto che non voleva essere offensivo e che noi abbiamo capito male.

Di una cosa, però, deve essere convinto il signor Lotito: il razzismo nel calcio, così come nel quotidiano vivere civile, non deve passare!

 

Spero che Lotito mi riprenda se ho saltato qualche suo trascorso passaggio contro una certa tifoseria che inneggia al Vesuvio e che offende i giocatori di colore; se sono stato superficiale, gli chiedo da adesso scusa.

 

Come detto mia intenzione non è affatto criminalizzare il tifo laziale, anzi….Proprio perché credo che la stragrande maggioranza dei laziali sia contro questo schifo, è giusto che i responsabili paghino.

Tra i responsabili, ripeto, secondo me c’è chi ha troppe volte chiuso gli occhi e si è tappato le orecchie.

 

Il razzismo è merda, ripeto merda, e non si combatte con la semplice e saltuaria nonché poco convinta lettura di un brano del diario di Anna Frank (così si mortifica ancor di più chi ci ha regalato una grande lezione di vita). Questa merda si combatte anche con condanne esemplari chi sbaglia.

 

Bisogna che il calcio torni ad essere un esempio positivo per i giovani ed i meno giovani. Chi lancia o consente messaggi nefasti, deve essere punito in classifica pesantemente.

Se così non fosse alla prossima schifezza razzista, per lavarsi le sporche coscienze, basterà un’altra sceneggiata. Io voglio uno sport pulito, civile, non uno squallido teatrino per chi ancora non ha compreso la gravità della situazione.

 

Fonte foto: L’Espresso

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Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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