IX° Municipio, La Casa di Leda, Assotutela: “Detenute in ville di lusso, i cittadini all’oscuro di tutto”



Dopo la visita che la sindaca Virginia Raggi ha fatto al carcere di Rebibbia, la prima cittadina ha confermato l’apertura de La Casa di Leda, il progetto che prevede il trasferimento del nido del carcere all’esterno in una struttura di accoglienza, una struttura individuata all’Eur in una villa del valore di circa 6 milioni di euro sequestrata. Un progetto che nasce durante la giunta Marino, poi sposato o raccolto non senza polemiche dalla giunta 5 stelle e che sin dall’inizio ha avuto diversi lati oscuri. Prima di tutto la nascita del provvedimento che colloca gli ingressi al civico 72 di via Kenia dove si trova la prima villa sequestrata in realtà accatastata come A10 quindi uso ufficio e non utilizzabile come abitazione, da li la veloce modifica su una seconda villa al civico 70 angolo via Algeria.

Una toponomastica alquanto fantasiosa visto che da quanto ci risulta non esiste un angolo tra via Kenia e via Algeria, a meno che non si cancelli dalle cartine via Marocco, e quindi, di fatto, un progetto scritto su una realtà completamente inesistente di cui nessuno dell’amministrazione pubblica sembra essersene accorto.

Il provvedimento è totalmente finanziato dalla Fondazione Poste Insieme Onlus con 150mila euro l’anno che serviranno al sostentamento di circa 6-10 detenute che dovranno attenersi ad un fantomatico regolamento interno redatto dalla cooperativa che ha in gestione l’immobile ma che in realtà ad oggi nessuno ne è a conoscenza.

Dal lato burocratico, – dichiara Michel Maritato Presidente di Assotutela e che si sta occupando della questione –  non esiste un bando pubblico per l’assegnazione della villa sequestrata, dal lato etico inoltre nessuno ha preso in considerazione i cittadini che abitano in quella zona, non c’è stato un avviso, un incontro o una comunicazione che spiegasse come si intende agire sul lato della sicurezza.

La conferenza dei servizi che era stata annunciata presso il IX Municipio il 19 dicembre 2016 e poi annullata dopo l’arresto di Marra  non è stata più rischedulata, ma nel frattempo le pratiche sono andate avanti e, mentre la sindaca Raggi era momentaneamente “in vacanza”, il 22 marzo sono arrivate le prime due detenute il tutto nell’assoluto silenzio e senza alzare troppo la polvere.

Un atteggiamento che mi pare strano – continua Maritato – visto che è stato disegnato come uno dei più bei progetti sociali in ambito nazionale, ma che dopo interrogazioni parlamentari, al comune di Roma e al IX° municipio nessuno ha ancora informato a dovere i cittadini, ma, a quanto mi risulta, nemmeno le forze dell’ordine che ad oggi non hanno ricevuto comunicazione del trasferimento delle prima due detenute.”

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