Quale Europa?



Dovremmo porre sempre cinque domande a chi ci governa: che potere hai? Da dove l’hai preso? Per quali interessi lo eserciti? A chi devi rispondere? Come possiamo liberarci di te?

Si confonde l’autorità politica con il potere. Un parlamento è autonomo se può sfiduciare il governo che non ha eseguito i compiti che gli erano stati affidati. Di fatto nell’eurozona nulla del genere esiste. Il Consiglio e l’Eurogruppo non devono rispondere ad alcun parlamento né ad altra autorità politica. Inoltre l’Eurogruppo, è un ente che non esiste in nessuna legge europea, che opera sulla base del principio “i forti fanno quello che più gli aggrada ed i deboli sono destinati a soffrire”, non è tenuto a verbalizzare le sue riunioni e la sua unica regola è che le sue deliberazioni sono confidenziali, ossia non accessibili al pubblico. Insomma una struttura organizzata per impedire qualunque verifica sul suo operato da parte dei cittadini europei. Si può sostenere che un paese europeo è più potente dentro l’eurozona che fuori ma che dire della sua autonomia?

L’autonomia e la responsabilità sono seccature che impediscono l’armonioso funzionamento dell’unione monetaria europea. Il fatto che il Parlamento Europeo condivida il potere legislativo con il Consiglio d’Europa e che non abbia l’autorità di prendere alcuna iniziativa legislativa, significa che non ha il potere politico per trasferire l’autonomia dal livello nazionale a un qualunque suo organo interno.

La discrezionalità di qualunque esecutivo deve essere contenuta da un corpo politico sovrano con il mandato per poterlo fare, ossia il parlamento che, attraverso le leggi, garantisce le regole del gioco per i rapporti fra i deboli e i potenti.

L’attuale crisi si risolve europeizzando  i quattro elementi fondamentali, ossia i debiti pubblici, le banche, gli scarsi investimenti e la povertà, decentrando, poi, il potere politico e riducendo la discrezionalità illecitamente esercitata dal triangolo Bruxelles-Francoforte-Berlino.

Per il settore bancario occorre introdurre il meccanismo del reinvestimento degli attivi di bilancio.

Tutto ciò si può fare attraverso la Banca Centrale Europea, attraverso investimenti.

Il potere vero viene riportato, così, ai parlamenti nazionali. Tale strategia non viola alcuna regola dell’eurozona.

Continuare a imporre regole impossibili apre la porta agli orribili fantasmi del passato.

Dal momento che nulla è più politico di depoliticizzare un processo politico, il risultato sono istituti in conflitto con la democrazia.

Il parlamento europeo non ha nulla a che vedere con un parlamento, sfrutta la somiglianza con un parlamento per nascondere il fatto che leggi europee vengono approvate senza la minima verifica di un dibattito; ciò instillerà la pericolosa idea che l’autonomia è un concetto obsoleto nell’era della globalizzazione.

Gli europei devono riprendere il controllo delle loro politiche e del loro denaro dagli inaffidabili tecnocrati.

Il grande rispetto dell’Europa per le regole è solo un velo per nascondere il fatto che i forti stabiliscono regole che fanno comodo alla loro agenda politica. Agenda che sta conducendo l’Europa e l’economia globale verso una palude economica, politica e morale.

Idee e proposte nate dopo la lettura del libro “I deboli sono destinati a soffrire?” di Yaris Varoufakis.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27818 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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