D’Anna, ALA: “Verdini verrà condannato a due o tre anni in primo grado e poi arriverà la prescrizione”



Vincenzo D’Anna, senatore di Ala, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Vincenzo D’Anna ha commentato la richiesta del pm di 4 anni a Denis Verdini nell’ambito dell’inchiesta P3: “Premesso che anche i vecchi padri costituenti non erano tutte persone che non avevano avuto problemi con la giustizia, per fatti politici, credo che Verdini sia attenzionato per il cognome che ha, non per quello che ha fatto. E’ caduta l’ipotesi di corruzione, è caduta l’ipotesi che lui fosse il capo di una loggia segreta, ha solo partecipato a una cena con questi signori che Berlusconi definì dei pensionati sfigati. Non si capisce di cosa e per cosa abbia tramato. Non si capisce dove starebbero gli abusi contestati a Verdini. Vi dico come andrà: condanneranno in primo grado Verdini a due o a tre anni, poi arriverà la prescrizione, così come è successo per la scuola dei marescialli. Così Verdini resterà immacolato dal punto di vista giuridico ma macchiato dal punto di vista politico. Lo dico perché Verdini sbaglia ad avere questo basso profilo, una linea di condotta che io gli contesto”.

Il senatore di Ala Vincenzo D’Anna, poi, è tornato a parlare di Roberto Saviano, che ha da poco scritto un nuovo libro, “La paranza dei bambini”: “Io ho letto una recensione sul penultimo libro di Saviano, quello intitolato zero, di una famosa associazione letteraria americana, che con la dovizia che ci mettono gli americani ha scoperto che anche questo libro è largamente scopiazzato da altri libri, mi pare di uno scrittore messicano, mentre alcuni brani sono stati addirittura copiati da wikipedia. Non so stavolta sta Paranza da dove l’abbia scopiazzata. Saviano è fortunato, è come il Re Mida, trasforma in oro le ovvietà. E’ più che altro un romanziere, non possiamo chiamarlo neanche uno scrittore, perché scrive male, c’è anche qualcuno che pensa che glieli scrivono i libri. Saviano racconta un segmento di una Napoli oleografica, la camorra a Napoli è iniziata nel 700, non l’ha scoperta Saviano. Saviano continua a descrivere cose che legge nei verbali dei pm e non fa altro che mischiare, come si dice a Napoli, il pepe col tabacco. Tira fuori libri che raccontano il nulla, che saranno buoni per mettere su un’altra serie televisiva da cui trarrà qualche altra decina di milioni di euro. Se mi regalassero il libro di Saviano per Natale? Io ho un tavolo con un piede malfermo. Potrei usarlo come zeppa del tavolo”.

AUDIO http://www.radiocusanocampus.it/podcast/?dl=11273

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