Cyber sicurezza a rischio, il caso Yahoo! lo conferma. Come salvare i nostri dati?



Il caso di Yahoo! è solo l’ultimo che testimonia il crescente aumento degli attacchi informatici, che ormai si propagano anche in Italia, mettendo a rischio non solo i nostri dati sensibili, ma anche quanto di importante conserviamo sugli hard disk dei nostri dispositivi. Cosa fare per salvare la nostra memoria?

Nelle scorse settimane la numero uno di Yahoo! Merissa Mayer è finita sotto accusa di media e utenti perché avrebbe tenuto nascosto per mesi l’attacco hacker subito dalla sua azienda, che ha portato al furto di dati e informazioni private a una cifra mostruosa di 500 milioni di utenti. Secondo gli esperti, i cybercriminali hanno preso di mira il colosso del web per “fare statistiche su mail e password più usate nel mondo” e preparare la strategia per ulteriori attacchi.

Ottobre mese della sicurezza informatica. Insomma, il web è un territorio dove i pirati effettuano sempre più frequentemente scorribande, e sembra esserne accorta anche l’Unione Europa, che ha difatti lanciato un’iniziativa su base comunitaria, dichiarando ottobre il “mese della sicurezza informatica”, durante il quale educare, sensibilizzare e incentivare le pratiche per aumentare la sicurezza informatica su ogni livello. D’altra parte, anche il recente rapporto di Clusit certifica che gli attacchi hacker sono in costante aumento: +9 per cento nel periodo gennaio-giugno 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Panoramica sugli hacker. Anche nel nostro Paese la situazione comincia ad assumere tonalità grigie, come riportato dal focus realizzato da Clusit sulla sicurezza ICT, che ha effettuato una panoramica degli eventi di cyber-crime e incidenti informatici più significativi degli ultimi dodici mesi nello Stivale. Così come a livello globale, anche da noi il cybercrime si riconferma per il terzo anno consecutivo la prima causa di attacchi gravi, con oltre 7 casi su dieci anche nel 2016. Campanello d’allarme per quanto riguarda le tecniche d’attacco: la maggioranza degli attacchi gravi (il 57 per cento) compiuti contro primarie organizzazioni pubbliche e private è stato infatti eseguito con tecniche tra le più banali – vale a dire SQLi, DDoS, vulnerabilità note, malware semplice – a testimonianza sia dell’inadeguata capacità di difesa che di una certa ingenuità degli utenti (confermata anche dall’aumento del phishing in tutte le sue forme).

Chi sono le vittime? Guardando invece alle vittime di questi incidenti, al primo posto ci sono i siti rientranti nell’ambito del “Government”, con una quota del 20 per cento sui settori presi di mira dai crimini informatici, “tallonato” dai servizi di archiviazione online e di cloud, che segue con il 17 per cento. Insomma, le nostre identità, i nostri dati e soprattutto le nostre informazioni sensibili sono a rischio, sia nella virtualità del web che, purtroppo, sui pc di casa, che spesso subiscono “ingerenze” non volute da parte di questi hacker, come nel caso di malware e ransomware che arrivano addirittura a bloccare il funzionamento di componenti hardware o dell’intero sistema.

Memorie a rischio. Spesso, purtroppo, ci rendiamo conto dell’importanza di quanto conserviamo sulle memorie (fisiche e virtuali) solo troppo tardi, magari proprio dopo un attacco informatico che ci priva di questo materiale; ecco perché la prevenzione è fondamentale anche in questo ambito, insieme all’adozione di alcune strategie di base molto semplici per incrementare la sicurezza dei nostri dispositivi. Per salvare la nostra memoria, invece, è possibile compiere una serie di operazioni minime, a cominciare dall’effettuare frequenti copie di backup su dispositivi esterni fino all’aumento.

L’ancora di salvataggio. Anche questo, però, potrebbe rivelarsi insufficiente quando il pc cade vittime di qualche tranello; ecco che, allora, diventa fondamentale l’intervento di Recovery File, azienda italiana che ha conquistato un ruolo di rilievo nell’ambito degli interventi professionali per recuperare dati da hard disk o da qualsiasi altro dispositivo come pendrive o memorie esterne, e che consentirà di ottenere nuovamente documenti e altri file che sembravano irrimediabilmente perduti.

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