Intervista a Alessandro Amitrano, candidato del Movimento Cinque Stelle in Campania



Le elezioni in Campania sono alle porte e sono tanti i volti nuovi che si affacciano sulla scena politica regionale. Tra questi quello di Alessandro Amitrano, giovane napoletano di 25 anni, studente della facoltà di Medicina e Chirurgia, candidato nella lista del Movimento Cinque Stelle.

Ecco le sue risposte alle nostre domande:

Come è nato in lei l’impegno politico?

“Il mio impegno politico nasce, in realtà, come un impegno civico. Era il 2009, una sera come tante in compagnia degli amici di sempre, iniziammo a parlare del nostro futuro. Eravamo da poco studenti universitari e ci ponevamo la classica domanda di tutti: cosa fare dopo? Fu in quel momento che realizzammo che per poter restare nella nostra terra, per poter avere un futuro qui, bisognava combattere in prima persona. Da quella sera il nostro impegno si profuse per costituire una associazione. Dopo diverse iniziative, nel 2010, anno delle elezioni regionali in Campania, decidemmo di iniziare dei confronti tra i candidati e la cittadinanza. Ad uno di questi confronti invitammo il Movimento 5 Stelle. Immaginate il mio stupore quando venne proprio il Candidato Presidente Roberto Fico. Fu in quel preciso momento che capii che bisognava spostare la lotta ad un altro livello, che non bastava l’impegno civico, e che bisognava partecipare ed impegnarsi ancora di più”.

Che significato ha per lei la politica?

“Rifacendoci all’etimo della parola possiamo intuire il profondo significato della politica che afferisce specificamente alla sfera pubblica e comune. Politica deriva dal greco, ed era il termine in uso per designare ciò che appartiene alla dimensione della vita comune, dunque allo Stato e al cittadino. Quello che purtroppo negli ultimi anni si è perso è la dimensione del cittadino. La politica si è trasformata in un arte soggiogata al volere di pochi, piegata agli interessi di piccole congreghe e non più al servizio della cittadinanza. Ecco secondo me bisognerebbe intendere la politica per quella che è la sua dimensione: servizio ai cittadini. In una visione più moderna direi che questo elemento lo si può raggiungere soltanto attraverso la partecipazione diretta del cittadino alla vita politica. Un cittadino che diventa stato”.

L’excursus che l’ha portato alla candidatura per il consiglio regionale?

“Fin dall’inizio del mio attivismo nel MoVimento ho sempre cercato di dare tutto me stesso, di spendere tutte le mie energie e le mie competenze per rendere reale e tangibile quello che sembrava solo un sogno. Con le votazioni per i candidati al consiglio regionale del 2015 direi che i miei anni di attivismo sono stati riconosciuti. La cosa più bella è che sono stati riconosciuti da altri attivisti. Il nostro sistema di voto permette a tutti gli iscritti certificati, aventi i requisiti, di poter esprimere la loro preferenza. Ne ho avute 123, ed è grazie a queste persone, che colgo l’occasione per ringraziare, che mi ritrovo candidato portavoce”.

I tre punti da affrontare subito in regione?

“È difficile elencare soltanto tre punti da affrontare in una regione talmente disastrata. Con gli attivisti ed i cittadini stiamo lavorando al programma da presentare alle prossime elezioni. Una volta terminato enunceremo sicuramente i punti per noi più urgenti. Nelle mie personali priorità non posso non citare questi punti: 1) Diritto alla salute (inteso sia come un miglioramento delle prestazioni sanitarie sia attraverso un attento programma di prevenzione e di bonifiche ambientali). 2) Diritto al lavoro (che passa per l’approvazione del reddito di cittadinanza) e sicuramente quello che, per me, rappresenta il filo conduttore di tutto. 3) Una lotta strenua alla corruzione ed agli sprechi”.

I perché del reddito di cittadinanza?

“Il motivo principale è che, grazie al reddito di cittadinanza garantito dallo Stato, si eliminerebbe il voto di scambio politico-mafioso e clientelare. Il reddito di cittadinanza, inoltre, non è solo dare 780 euro al mese a 10 milioni di poveri italiani per tre anni; ma soprattutto, durante i tre anni, queste persone riceveranno una formazione e tre diverse proposte di lavoro. Se non le accetteranno, perderanno il diritto al reddito di cittadinanza. Quindi non si tratta di assistenzialismo ma di dignità, di possibilità e di reinserimento lavorativo. Questo sistema permette inoltre di eliminare la sudditanza lavorativa. Spesso anche chi un lavoro lo trova vede i suoi diritti calpestati. È ovviamente costretto ad accettare la situazione perché sa di essere uno fortunato; uno che un lavoro lo ha trovato. Grazie al reddito di cittadinanza anche questi abusi possiamo evitarli”.

Perché un elettore campano dovrebbe votare il Movimento 5 Stelle?

“Beh questa domanda fa un po’ sorridere. Voglio in tal proposito risponderle e fare un appello ai cittadini. Riflettiamo insieme su un dato: fino a poco tempo fa non si poteva votare MoVimento. Quali sono stati i risultati? Semplice: tanto gli amministratori di sinistra quanto quelli di destra hanno contribuito al disastro della nostra regione. Direi che è arrivato il momento di cambiare, di voltare pagina. Di dare fiducia ad altri cittadini che sono pronti ad entrare nelle istituzioni ed a rivoltare questa regione come un calzino”.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27803 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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