Vigna di Valle: movida sì, movida no



Vigna di Valle: movida sì, movida noCon il termine “movida”, secondo Wikipedia, si intende quella particolare situazione di animazione, divertimento e vita notturna giovanile all’interno di una città. Di recente però il termine è anche sinonimo un po’ dappertutto di confusione, di proteste, di denunce e di provvedimenti presi da Polizia e Carabinieri.
Per evitare il ripetersi dei problemi vissuti a Vigna di Valle l’estate scorsa, ieri il sindaco Antonio Pizzigallo ha convocato presso il Comune le due controparti: da un lato i tre gestori dei locali del lungolago e dall’altro i titolari di unità ricettive assieme ad alcuni residenti della zona.
Sembra che l’anno passato il numero di decibel emessi dalle casse dei tre locali abbia indispettito non poco chi, seppur nella condivisione dei bisogni delle attività commerciali, ritiene irrinunciabile il proprio diritto al riposo.
Vale probabilmente la pena per chi non conosce la zona, fornire maggiori chiarimenti: Vigna di Valle è un’area abbastanza ampia, ma la parte che interessa “la movida” si riduce al lungolago e più esattamente a circa 350 metri dello stesso.
In questo tratto di strada gravano ben tre locali che nel periodo estivo presentano programmi musicali che attraggono avventori da tutto il comprensorio. I mercati di riferimento sono ben distinti, ma in comune i locali hanno il filtro che viene effettuato all’ingresso del parcheggio e che ad una certa ora provoca file sostanziose, ulteriormente appesantite dai clienti che escono dai due ristoranti che incidono sullo stesso lungolago. Evidentemente, se ci dovesse essere un’emergenza, nessun mezzo di soccorso potrebbe districarsi in quel tappeto di lamiere. La precedente Amministrazione Comunale venne investita del problema, ma nonostante varie promesse la situazione non è cambiata e la sera, durante i week end, il lungolago di Vigna di Valle è una vera e propria trappola.
Il vero problema tuttavia, riguarda l’acustica. In un controllo effettuato dall’ARPA l’estate scorsa, i valori accertati sembra abbiano superato di sei/sette volte i valori massimi, scatenando le proteste degli abitanti della zona che hanno cercato di far valere i propri diritti arrivando alla fine a presentare diversi esposti.
Da qui la decisione salomonica del neo-eletto sindaco finalizzata ad ottenere comprensione  e tolleranza tra imprenditori e abitanti della zona. Una mediazione indispensabile e molto determinata, al punto di potersi definire una sorta di ultimatum: il diritto al riposo è sacrosanto mentre quello delle attività commerciali deve essere necessariamente subordinato al rispetto delle normative. Musica contenuta nei suoi decibel fino alle due e rigoroso silenzio fino alle tre, orario di chiusura. Questo l’accordo, che sembra per ora essere stato condiviso da tutti i partecipanti alla riunione. Insomma: i gestori sono avvisati, ma se qualcuno trasgredisce… adios movida!

Renato Magrelli

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